mercoledì 25 marzo 2015

Passare all'azione



Quando pensiamo ad una cosa proviamo a fare attenzione al dialogo interiore che avviene in quel momento in noi.
Senza identificarci con quei pensieri.
Osserviamoli soltanto e nello stesso momento osserviamo anche le sensazioni che ci arrivano a livello emotivo, le sensazioni che sentiamo nel corpo e dove le percepiamo.

Passare all'azione è una cosa meravigliosa, vuol dire mettere in atto tutto il processo creativo.
L'azione ispirata è quella che segue le illuminazioni e le intuizioni.
Come fare a riconoscerle? La sensazione dominante è la gioia.
Quando seguiamo le interferenze della mente la sensazione è una stretta allo stomaco, un po' di paura o ansia, di solito perchè ci porta in mondi pieni di "se e di ma".

L'azione ispirata è un'azione pura, felice, che non costa fatica soprattutto.
Se un'azione ci porta fatica e pesi emotivi, comporta sforzo alla fine dei conti, è un chiaro segnale che c'è qualcosa che sta resistendo e non fluendo.
Se c'è resistenza in qualcosa, indice di blocco, vuol dire che la mente o i condizionamenti stanno influendo sulla nostra creazione, chiaramente possiamo definirlo un "boicottaggio".
Pensare, visualizzare, sognare ad occhi aperti e fermarsi li è come mettere un blocco alla creazione, possiamo chiederci a questo punto cosa ci sta tenendo fermi.

Rendiamoci conto sempre che tutto ciò che ci arriva è solo uno specchio del nostro mondo interiore.
Per cui se qualcosa non ci piace proviamo a pensare cosa può rispecchiare di noi: luci, ombre, paure, giudizi?

Quindi vi viene in mente di chiamare o scrivere a quella tale persona? Fatelo. Vi viene in mente di chiedere informazioni o chiarimenti per una data cosa? Fatelo. Vi viene in mente di mettere un annuncio, di creare qualcosa, aprire un'azienda, vendere cose? Fatelo.
Seguendo le intuizioni il lavoro sarà più semplice.
Le intuizioni sono chiari messaggi del nostro Sè superiore, della nostra anima.
Seguirli ci porterà lontano.
Per ascoltarli possiamo fare pratica per zittire la mente e portare l'attenzione al dialogo interiore.

Siamo qui per divertirci in questa vita di esperienze.
Siamo qui per creare la magia a livello terreno.
E ora provate a mettervi in gioco credendo in voi stessi con tutto il cuore.



martedì 24 marzo 2015

Iniziamo a creare

Da dove si comincia?
Dalla fine.
Cioè?
Immagino il risultato che voglio raggiungere.


Visualizzo, vedo e scrivo il mio film mentale.
Siamo i registi di questo film quindi abbiamo a disposizione tutti gli strumenti.

Mi concentro sulle sensazioni che sento mentre visualizzo questo film.
Ascolto il dialogo interiore che avviene in me.
Osservo, non mi identifico con nessun pensiero, sono uno spettatore quindi.
In questo modo posso percepire le paure in atto che escono fuori e le credenze celate dietro ad esse.
Ringrazio i pensieri limitanti perchè mi permettono di scoprire cosa mi blocca.
Siccome siamo noi i creatori abbiamo la possibilità di dirigere i nostri pensieri verso dove vogliamo.

Il come raggiungere i nostri obiettivi non è un problema nostro.
L'universo ci porterà esattamente ciò che vibrerà alla nostra stessa frequenza.
Vibrare ad una frequenza di paura e "non posso" di sicuro ci porterà problemi da risolvere o limiti da non riuscire nemmeno a superare.
Vivere ad una frequenza di amore e gioia ci porterà a vivere eventi "inaspettati" e incontri magici.
E' solo la nostra mente che è come si fosse arenata in un sistema causa-effetto che punta al pensiero limitante paura dipendente.

Poi cosa succede? Una volta finito il film, possiamo vederlo e immaginarlo, scriverlo se vogliamo, quante volte vogliamo. Possiamo anche lasciarlo andare, fluire con il flusso delle energie universali.
Non importa che voi visualizziate 24h/h o solo 5 minuti, ciò che è importante è la sensazione di pace nel cuore che vi permette di vibrare alto e di attrarre tutto quanto.
Trasformare la visualizzazione in uno stato di mancanza e bisogno equivale a boicottare il lavoro intero.
Ascoltare il dialogo interiore ci permette di ascoltare il nostro Sè Divino e le sue illuminazioni.


Pensare è creare. (Io Sono - Saint Germain cit.)
Ogni secondo di vita è parte della creazione.
Ogni parola espressa è parte della creazione.
E' fisica, non è filosofia, in ogni caso sta solo a noi iniziare a prendere in mano la situazione in modo consapevole. Non avete altro da fare che mettervi alla prova e sperimentare!

domenica 22 marzo 2015

Il Risveglio è.

v  Sentire Io Sono e la magia della creazione quotidiana.
v  Percepire i segnali, da ogni parte, e sentirli in modo consapevole, cogliendo il messaggio che portano ogni volta.
v  L’Ascolto attento alle intuizioni, illuminazioni, alle idee ispirate.
v  Pratica di auto-osservazione e ascolto quotidiano: con piccoli esercizi di presenza impariamo ad ascoltare il nostro dialogo interiore e i segnali che il corpo (l’inconscio) ci manda.
v  Cogliere ogni evento e ogni persona come un indizio della propria vibrazione: essendo che tutto è specchio del nostro mondo interiore, ringraziamo ed agiamo cogliendo la connessione con il Tutto.
v  Ringraziare il momento presente per la bellezza che ci offre. Se non ci piace cosa stiamo vedendo allora sarà da ringraziare ugualmente come prezioso indizio per ritrovare la consapevolezza dei nostri pensieri.
v  Assaporare ogni atomo di vita percependo che ogni cosa è perfetta così com’è perché la sincronicità del cosmo è potentissima.



L’attenzione al Qui ed Ora praticata come esercizio quotidiano aiuta a sviluppare una mente rilassata, aiuta a fluire nel corso della vita senza rimanere aggrappato o attaccato a identificazioni dell’Ego, aiuta a creare consapevolmente indirizzando la mente in pieno amore e permettendo alla magia di avvenire.
Siamo qui per giocare alla vita, fare esperienze e imparare, creare secondo la nostra natura divina, vibrare alto e brillare divertendoci con il cuore aperto. In modo consapevole ogni giorno di più fino ad arrivare ad un momento in cui tutto questo avverrà in modo naturale.
Vivere assumerà un altro significato, più gioioso, entusiasmante, possiamo dire anche magico.


venerdì 20 marzo 2015

Vi presento Mister Ego



È quella parte cosciente e razionale in noi, quell’IO che vive e che si identifica con emozioni, stati d’animo, o idee che appartengono a classificazioni sociali (lavoro, condizioni fisiche, conto in banca, tipo di vestiario, ruoli sociali ecc.).
Si nutre di pensieri che si accumulano e si cristallizzano nella nostra mente, possiamo chiamarle credenze, le quali condizionano di conseguenza la nostra vita e il modo di pensare che abbiamo.
L’ego quindi è ciò che crediamo di essere, è ciò che ci da un senso di identità, appunto IO SONO.
Facciamo una distinzione tra Io Sono o Sé superiore (l’Anima) e IO SONO o l’Ego.
È molto semplice distinguere i due, in quanto l’anima comunica attraverso le illuminazioni e le idee ispirate, gli stati di gioia e pace interiore, mentre l’Ego seguendo i condizionamenti cristallizzati nella mente comunica attraverso le preoccupazioni, i limiti, i se e i ma, il dubbio e la critica, quindi sensazioni di paura, rabbia, frustrazione e così via.
Il Sé superiore fluisce in e con amore e ci permette di sentire le cose e guardarle da un punto di vista di “osservatore”, mentre l’Ego ci porta a vivere in uno stato di identificazione e crea le divisioni facendoci dimenticare che siamo tutti connessi e siamo Uno.


Si dice che l’Ego sia da distruggere e azzerare, molto volte l’ho pensato anche io per prima, in quanto un grande Ego porta grande sofferenza, ma ricordandoci che siamo Uno, che non ci sono divisioni né stati separati, è bene prendersene cura e collaborare con esso piuttosto che combatterlo, per arrivare ad uno stadio finale in cui è integrato.
Uno dei punti in cui si fa forte l’Ego è l’aver ragione, tanto è più grande tanto vorrà aver ragione su tutto, cioè vorrà avere la sicurezza che ciò che sa sia una verità assoluta e incontrovertibile.
Ma ognuno ha il suo percorso ed i suoi tempi e soprattutto ognuno dal suo punto di vista ha ragione, essendo che trova fondamento nelle proprie credenze. Per cui uno dei modi per zittire un attimino l’Ego quando sentiamo che prende forma in noi è iniziare a osservare le situazioni e ciò che esprimono le persone che entrano nella nostra vita (in quanto specchi di una parte di noi). Un proverbio by anonimo, che mi ha permesso di superare un sacco di situazioni critiche è “nella vita o sei felice o hai ragione”, in pratica è meglio dare ragione e comprendere che ognuno ha il suo “ragionevole” punto di vista piuttosto che iniziare una competizione che può diventare discussione o rissa.
In più facendo così ci porta a pensare “di essere arrivati” per non rivedere le nostre idee e ciò che pensiamo sia giusto, quindi entrare in uno stato di “osservatore” ci permette di poter ascoltare e mettere in discussione le nostre credenze.
Facendo questo non perderemo nulla, anzi proprio il contrario, impareremo sicuramente qualcosa in più e  l’unico che può fare resistenza è proprio l’Ego, che si è identificato con ciò che pensava fossero le sue certezze.
L'Ego si nasconde bene dietro il giudizio, vi faccio un esempio: avete deciso di seguire un'alimentazione vegana ma nella vostra mente "siete diventati vegani" e pensate che chi mangia carne sia in errore, un nemico da combattere in alcuni casi. Questa è una delle "trappole" dell'Ego che ci porta a identificarci, in questo caso con ciò che mangiamo, e a sentirci superiori, a giudicare e condannare creando divisioni e separazioni.
In questi momenti seguendo l'amore e accettando il fatto che ognuno ha la sua strada e i suoi tempi per percorrerla si può abbandonare il giudizio.
 Ma sta a noi fare questo lavoro di osservazione di noi stessi. Iniziate a capire un po’ come funziona?


L’ego a livello energetico è connesso al 3° chakra e quindi all’intelligenza, alla volontà, alla conoscenza e alla chiarezza. Riconoscere l’Ego in tutti i suoi giochetti è importante per poterlo gestire attraverso la consapevolezza e l’osservazione.
Cosa si può fare una volta osservato uno stato o riconosciuta una credenza? Si ringrazia e si lascia andare il tutto, senza identificarci più con essi in modo tale da non nutrirli più.
Ricordiamoci che seguendo la via dell’amore tutto questo sarà un gioco semplice, perché riconosceremo che anche grazie a tutto quello che abbiamo creduto fino ad ora non saremo qui come siamo adesso e ora abbiamo solo che da fluire e divertirci a giocare al gioco della vita.


venerdì 13 marzo 2015

Denaro e difficoltà

Einstein diceva “Nel mezzo delle difficoltà nascono le opportunità” ed anche la storia dell’asinello nel pozzo ce lo ricorda. Qui vi posto un bellissimo estratto dai discorsi di Osho sul denaro e sulla vita, sul come fluire e su come giocare con essa godendosela.
Perché vi ricordo che è quello che siamo venuti a fare qui sulla Terra: giocare al gioco della vita, fare esperienze, imparare ed evolvere.
Buona lettura a cuore aperto.



Il Denaro non è un Problema (Tratto da: Take it Easy - vol. 1)
Il denaro non è affatto un problema - a meno che tu non lo voglia far diventare un problema. Nel corso dei secoli, le cosiddette persone religiose si sono preoccupate molto del denaro. Non esiste inezia più grande! Né più grande preoccupazione. Giocaci! Se ne hai, godine; se non ne hai, godine. Cos'altro puoi fare, se non ne hai? Godine! E quando ne hai, cos'altro puoi fare? Godine! Non creare inutili problemi: il denaro è un giocattolo. A volte lo possiedi - giocaci.
Ma la mia sensazione è che le persone incapaci di giocare col denaro, rinunciano ai soldi - sono troppo serie in merito. Per questo si preoccupano troppo dei soldi, perché in profondità vi sono aggrappate. Lo sapevi? Il primo discepolo del Mahatma Gandhi, Vinoba Bhave, non può guardare i soldi. Se gli porti una banconota da una rupia - qualcosa di insignificante, che non ha alcun valore economico - chiude gli occhi... ebbene, che attitudine è mai questa? E lo si ritiene un atteggiamento da grande santo; è elogiato in tutto il Paese, perché è libero dal denaro. Se sei veramente libero dal denaro, perché chiudi gli occhi? Quella rupia è forse così attraente da farti chiudere gli occhi? Hai forse paura di saltare addosso a quell'uomo, se non chiudi gli occhi? Una ragione deve esserci; sembra un po' ossessivo. Esiste una profonda paura - altrimenti perché chiudere gli occhi? Ti passano davanti un'infinità di cose, e tu non chiudi gli occhi - solo col povero denaro!
E il denaro non è nulla - è solo un espediente per scambiarsi delle cose. Ma la gente veramente avara in profondità, che si aggrappa, a causa di questo aggrapparsi, della propria avarizia, vive una profonda disperazione, è infelice. Essi pensano che il denaro ne sia responsabile. Non è il denaro a causare la loro infelicità, come può il denaro generare la tua infelicità? È l'avarizia che crea la tua infelicità.
Pensando che sia il denaro a causare infelicità, rinunciano al denaro, fuggono dal mondo del denaro. E a quel punto vivono nella paura costante; allora, nei loro sogni, di certo entrano nelle banche e aprono tesori, o cose simili - fanno l'amore coi soldi. È inevitabile che accada.
Il denaro non è un problema! Può essere usato! Se ne hai, usalo; se non ne hai, allora usa la libertà che nasce dal non averne. Questo è il mio approccio. Se sei ricco, godine; la ricchezza porta con sé cose che nessun povero potrà mai godersi. Io sono stato sia ricco che povero, e in tutta onestà ti dico: ci sono alcune cose che solo i ricchi possono godersi. Godine quando sei ricco. E di nuovo ti dico, sono stato sia ricco che povero, e ci sono alcune cose che solo i poveri possono godersi. E non c'è modo di goderle entrambe
contemporaneamente. Quindi, in ogni caso, qualsiasi cosa accada, godine. Un povero ha una sorta di libertà. La povertà implica una forma di pulizia, di rilassamento, di appagamento. La mente non è molto
preoccupata; non c'è nulla di cui preoccuparsi. Puoi dormire benissimo; per un povero  l'insonnia è impossibile. Quindi, dormi bene e russa, e godi la libertà che la povertà porta con sé.
E a volte, quando ti ritrovi ricco, godi la ricchezza, perché ci sono alcune cose che solo un ricco può godersi. Puoi possedere i quadri migliori sui tuoi muri; un povero non li può avere. Puoi avere in casa tua la musica migliore; il povero non può averla. Puoi creare un giardino Zen intorno alla tua casa; un povero non lo può avere. Puoi leggere poesia, puoi dipingere, puoi suonare la chitarra, puoi cantare, puoi danzare, puoi meditare - ti si aprono mille e una opportunità.
Il mio approccio è: in qualsiasi situazione, guarda semplicemente cosa ne puoi trarre. Se è la povertà, diventa un Buddha, inizia a vagabondare; prendi una ciotola per elemosine – e goditi la bellezza che solo un povero può avere. Non ha fissa dimora, oggi è qui, domani se n'è andato. È un flusso; non si aggrappa a un posto, non ha casa. Non si deve preoccupare perché le piogge stanno arrivando e il tetto dev'essere riparato. Non si deve preoccupare del fatto che qualcuno possa rubargli qualcosa - non ha nulla.
Goditi la povertà, quando sei povero, e goditi la ricchezza - in quel caso diventa un janaka, un imperatore, e goditi tutte le bellezze che con il denaro diventano raggiungibili. Il mio approccio è globale. Non ti insegno a scegliere. Dico semplicemente: qualsiasi sia la situazione, la persona intelligente ne trarrà qualcosa di bello. La persona priva di intelligenza soffre: se ha soldi, soffre perché il denaro porta con sé preoccupazioni; non
gode la musica che il denaro rende accessibile, la danza che il denaro rende accessibile, la pittura. Se ha soldi, non va sull'Himalaya per riposarsi, per meditare e cantare e urlare nelle valli e parlare alle stelle. Si preoccupa, perde il sonno, perde l'appetito - quando ha soldi fa la scelta sbagliata. E quest'uomo, se gli succede di diventare povero, se grazie a Dio diventa povero, ecco che soffre la povertà. In quel caso continua a preoccuparsi perché "Non ho questo e non ho quest'altro." Hai la povertà! Godine!
Ma ci sono persone che in ogni situazione sbagliano: ovunque si trovino, scelgono sempre la parte negativa, e soffriranno. E ci sono persone - e io definisco intelligenti quelle persone, e vorrei che la mia gente fosse intelligente... ovunque vi trovate, cercate di godervi la situazione.
Nella mia infanzia è successo: una volta mio padre era molto in collera, per cui mi chiuse a chiave nel bagno. Io meditai! Che altro fare...? Dopo tre, quattro ore, lui si preoccupò. Era nel negozio, ma a disagio. Si preoccupò di cosa mi fosse successo, e da casa non era arrivata alcuna notizia - la mamma non aveva mandato alcun messaggio, nessun servitore era venuto a dirgli cosa mi era accaduto. Ero scomparso? O cos'altro? Oppure qualcuno aveva aperto la porta del bagno? Per cui non riuscì a lavorare, dovette venire a vedere. Si avvicinò e ascoltò e c'era silenzio. Bussò e io gli dissi: "Non disturbarmi." Quella fu l'ultima volta che mi punì a quel modo. Non aveva senso! Disse: "Ero così preoccupato che non riuscivo a stare in negozio - sono dovuto venire." Dissi: “Che assurdità! lo mi stavo divertendo."
Nella mia scuola, durante l'infanzia, nella seconda elementare, il mio insegnante era molto severo e aveva l'abitudine di punire ordinando: "Fai sette giri di corsa intorno alla scuola, svelto!" E mi diede questa punizione - fai sette giri - dissi: "Perché non diciassette?" Chiese: "Sei matto?'' Dissi: “Un esercizio così bello... lo vorrei fare ogni mattina!" E iniziai a farlo tutte le mattine. Mi vedeva e si dava dei colpi in testa - diceva che avevo distrutto la sua punizione, facendone un esercizio. L'avevo usato! A quel punto smise di
punirmi.
Perché non usare un'opportunità, qualsiasi essa sia? E se sei attento, puoi cogliere opportunità ovunque - perfino la prigione, puoi usarla come una grossa opportunità. Viceversa, ci sono persone libere sotto il cielo che non usano quell'opportunità. Denaro o non denaro, casa o non casa... ciò che conta non è ciò che dovresti avere: l'importante è ciò che dovresti fare, qualsiasi cosa tu abbia.
Lo vedi? La mia enfasi è del tutto diversa. Tu scompari... e poi lasci che le cose accadano. Se ti senti bene a vivere nel mondo degli affari, allora questo sarà naturale, perché esistono negozianti nati. Non pensare che esistano solo poeti nati - è sbagliato. Ci sono anche negozianti nati. Qualsiasi cosa tu faccia di loro, diventeranno negozianti; ovunque si trovino, apriranno un negozio. È inevitabile!
Non hai sentito di quell'ebreo? Una nave era in viaggio e fu attaccata da un coccodrillo - un grosso coccodrillo, veramente gigantesco. E la gente iniziò a lanciargli in bocca di tutto - sedie e oggetti, tavoli e una borsa di aranci, e alla fine l'ebreo. Ma ogni volta il coccodrillo tornava all'attacco. Alla fine si resero conto: "Tutto questo non servirà. Continuiamo a dargli cose; per qualche istante il coccodrillo si distrae, poi torna all'attacco." Per cui, tutti insieme decisero di attaccarlo e gli squarciarono la pancia - e cosa videro? Ci crederesti? L'ebreo era seduto sulla sedia, il tavolo era di fronte a lui, aveva aperto la borsa di arance e le stava vendendo alle persone che erano state mangiate dal coccodrillo prima di lui! È inevitabile... dove potrai mai andare? Ci sono negozianti nati. Pertanto, se sei un negoziante nato, anche quando sarai scomparso, rimarrai nel mondo degli affari. Ma allora la cosa avrà una qualità del tutto diversa - ne godrai. È il mondo di Dio! Un bellissimo sogno.
Saprai che quei clienti sono clienti sognati, e le cose che tu darai loro sono solo sogni, e il denaro che fai è solo un sogno - ma perché non goderne?

Quella gioia non è un sogno. Lascia che te lo ricordi ancora: tutto è sogno, ma se riesci a goderne consapevolmente, quella gioia non è sogno - quella gioia è la meta di tutte le religioni. E se tutto è sogno, puoi goderne di più. In questo caso, non c'è nulla di cui preoccuparsi. Se arriva il successo, bene; se arriva il fallimento, bene.

martedì 10 marzo 2015

Vivere il momento presente

È una scelta.
È la presa di coscienza del tutto.
Semplice.
Facile, non sempre, varia a seconda dei condizionamenti, dei blocchi emotivi e delle dimensione dell’ego.
Cosa vuol dire?

Una cosa semplice è una cosa che per essere spiegata necessita di poche parole.
Una cosa facile è immediata e scivola liscia, fluisce senza incontrare resistenza alcuna.
I condizionamenti sono tutte quelle idee o forme pensiero, cristallizzate nella mente, secondo cui creiamo la nostra vita.
I blocchi emotivi sono tutti quei piccoli traumi registrati e localizzati nella memoria emozionale, a livello inconscio, secondo i quali noi re-agiamo alle situazioni come con uno stampino di fabbrica.
Avere un grande ego significa portarsi un carico di esperienze legate all’IO qui IO li e di conseguenza grandi sofferenze. Avere un piccolo ego significa avere piccole sofferenze da superare. Riuscire ad azzerare l’ego significa non identificarsi più con nulla e vivere nel momento presente qualsiasi cosa.


Dove c’è identificazione c’è attaccamento.
Dove c’è attaccamento c’è sofferenza.
“IO sono questo stato d’animo o questa tale emozione”: io sono triste, io sono felice, io sono arrabbiato, io sono ansioso e così via. Quante volte ci capita di dirlo? A noi stessi o a chi ci circonda.
È un’identificazione.
“Riconosco la paura o la rabbia, sento crescere la gioia o percepisco la pace interiore” sono osservazioni di uno stato, ma non sono identificazioni.
Questo esercizio, l’auto-osservazione, ci permette di decidere di vivere il momento presente, poiché non saranno più le emozioni o gli stati d’animo a vivere la vita ma saremo noi.
Se riconosco uno stato d’animo che non mi piace, dopo averlo osservato, lo ringrazio perché mi ha portato all’attenzione un qualcosa che posso risolvere della mia vita e poi lo lascio andare, decidendo intenzionalmente che “voglio vibrare alto” quindi in piena gioia e con amore.
Ricordandoci sempre che la vita, l’universo, ci porta ciò che siamo (ciò che risuona alla nostra stessa frequenza), è meglio scegliere intenzionalmente di essere in amore, assaporando ogni atomo di vita.

Abbiamo gli strumenti e il potere per farlo, così facendo possiamo creare davvero una vita meravigliosa!

lunedì 9 marzo 2015

Cosa vuol dire creare la nostra vita.

Pensare è creare.



Non ci sono altre definizioni migliori di questa, semplice e diretta.
Forse troppo per la mente, che ha bisogno di percorsi arzigogolati e labirinti in cui perdersi prima di trovare l'uscita o come si suol dire "la quadra" in un certo discorso.
Non abbiamo bisogno di spiegazioni e mattoni da leggere, ma se volete ce ne sono quanti ne desiderate sull'argomento, più lunghi e meno lunghi, semplici o complicati, pieni di citazioni o meno e così via.

La questione è molto semplice, cercate di leggere a cuore aperto e mente libera da altri pensieri ciò che segue:
Tutto è energia, la materia anch'essa è energia (Eistein e gli amici quantistici ce ne danno la prova).
La legge di attrazione, o chiamatela come volete, ci dice che attiriamo a noi ciò che risuona con noi, cosa vuol dire? Che attiriamo ciò a cui pensiamo, attiriamo le cose verso cui indirizziamo i nostri pensieri. Tradotto: il mondo che viviamo è lo specchio del nostro mondo interiore.

Pensatela in grande, allargate la visione alla coscienza collettiva (studiata e provata, ci sarebbe anche l'inconscio collettivo ma fermiamoci alla parte conscia):
Se tutto il mondo o buona parte di esso, è immerso nella paura, cosa creerà secondo voi?

Torniamo al piccolo: tutti vogliamo essere felici, immagino, no? Ma cosa serbiamo nel cuore e soprattutto verso cosa indirizziamo la nostra attenzione quotidianamente?

Siamo anime che vengono qui a sperimentare la vita terrena e imparare per evolvere e diventare sempre più luminose, detto in modo molto semplice, solo che ci dimentichiamo la natura divina quando veniamo alla luce in un corpo umano.
Anche se non ci ricordiamo chi siamo, mi chiedo, vogliamo vivere felici questa esperienza di vita?

Ben sapendo che abbiamo gli strumenti in mano e un potere smisurato per farlo, mi chiedo, cosa aspettiamo per iniziare a farlo?

Ognuno ha il suo percorso, le sue lezioni e i suoi tempi per muovere i passi in questo viaggio, per cui ognuno pensi al proprio percorso.
Ricordiamoci che il mondo esterno rispecchia il nostro mondo interiore, possiamo quindi prendere tutto ciò che ci capita come indizio prezioso per capire cosa stiamo elaborando a livello di pensieri ed emozioni.

Concludo con una domanda molto semplice, che rivolgo a voi: se voglio essere felice ma dentro, nel mio cuore, sono arrabbiata con tutto e tutti, per esempio, cosa potrò mai creare?



mercoledì 4 marzo 2015

Attaccamento e creazione libera

Attaccamento, cosa vuol dire? Rimanere legati a livello mentale ad un oggetto, situazione o persona, senza possibilità di cambiamento ed evoluzione. Il cuore lascia liberi, non tiene legato nulla a sé.

Uno degli eventi della vita che ci può far capire l’attaccamento agli oggetti, è il trasloco.
Quando si organizza un trasloco ci si rende conto di quante cose si siano accumulate nella vita. Dai vestiti alle collezioni di oggetti. Includo anche gli oggetti acquistati seguendo un ottimo proposito, ma lasciati poi a prendere polvere, un esempio? La cyclette da camera o qualsiasi attrezzo ginnico: usata la prima settimana tutti i giorni, la seconda un giorno si e uno no e la terza trasformata in appendiabiti.



Le situazioni che ripetiamo perché legati ad un certo modus operandi, che non cambiamo e non modifichiamo perché “chi lascia la via vecchia per la nuova, sa cosa lascia ma non sa quel che trova”.
Parlo di qualsiasi azione quotidiana e non, ripetuta nello stesso modo ogni volta, e quante volte capita di entrare in crisi (vissuta a livello di pancia – inconscio) quando siamo costretti a modificare qualcosa?
Ad esempio quante persone tornano anno dopo anno nello stesso posto per le vacanze perché si trovano bene e quindi vanno sul sicuro?
Ma la sicurezza serve solo alla mente, la quale ha bisogno di ancoraggi perché ha paura. Ma siamo sicuri che cambiare sia così pericoloso?
Se fai quello che hai sempre fatto, otterrai ciò che hai sempre ottenuto”. A. Robbins
“Follia è fare sempre la stessa cosa e aspettarsi risultati diversi.” A. Einstein
L’unica costante della vita è il cambiamento: dal primo giorno noi cambiamo,  crescere vuol dire cambiare, le nostre cellule si rinnovano ogni secondo, i tessuti e gli organi hanno i loro tempi, ma tutto si rigenera.

L’attaccamento alle persone è tutto mentale. La paura di rimanere soli vi dice niente? Di solito si ha paura della solitudine perché non conosciamo a fondo con chi condividiamo la vita: parlo del nostro bambino interiore. Lo diamo per scontato ignorandolo totalmente. L’amore per lui dov’è? Viene rispecchiato nei rapporti con le persone che ci circondano. Se deleghiamo gli altri per il nostro benessere interiore allora di conseguenza saremo sempre legati a qualcun altro. Quante volte capita con i fidanzati di sentirli come propri? Le persone non sono oggetti, niente è nostro in questa vita, nasciamo e moriamo senza possedere nulla se ci pensate. È solo la mente che rimane attaccata ad una persona ed all’idea connessa ad essa. Ma come i fidanzati così i figli o gli animali.

In conclusione, per quanto riguarda le cose materiali, ho regalato  grandi sacconi di vestiti e scarpe, inutilizzati o messi solo una volta, ho regalato libri ed oggetti di uso comune che non usavo più, ho venduto o regalato mobili e oggetti di arredamento. In termini energetici ho creato del movimento tramite buone azioni di cuore, ho fatto posto ad altre cose che fluiranno nella mia vita.

Per quanto riguarda le relazioni penso che siccome si è in due, come le onde possono viaggiare concordando o discordando così anche le persone: si può viaggiare all’unisono quando entrambe evolvono insieme, se no in qualche modo ci si divide, ma senza attaccamento si capisce che tutto è perfetto così com’è.



Creare vuol dire permettere all’universo di rispondere a ciò che emaniamo noi.
Emanando bisogno di sicurezza, attaccamento e paura, creeremo situazioni in cui le vibrazioni saranno basse e negative, piene di frustrazione, tristezza, rabbia e così via.
Il mondo rispecchia ciò che abbiamo in cuore.
Emanando amore creeremo nella nostra vita situazioni di amore, sorrisi e pace interiore.
Ognuno ha i suoi tempi ed il suo percorso, senza fretta, tutti possiamo arrivare a creare la vita meravigliosa che pensiamo di meritarci (e che l’anima ha deciso per la nostra evoluzione).
Liberi e felici.
“La verità assoluta è che 'l'Io' è perfetto e completo, il vero 'Io' è spirituale e quindi non può mai essere meno che perfetto, non può mai soffrire di mancanze, limitazioni o malattie"
Charles Haanel (1866-1949)