mercoledì 1 luglio 2015

Il senso di identità

E' una delle ricerche più affascinanti e a volte estenuanti che possiamo intraprendere: io chi sono?


Identificarsi con qualunque etichetta noi possiamo scegliere o pensare di essere, porta la nostra mente a voler poi tenere stretta quella certezza a cui siamo arrivati, per quello il cambiamento fa paura.
Spesso ci si mette alla prova per dimostrare a se stessi o agli altri (quando ci dimentichiamo che siamo Uno) chi siamo.
Ma se io so già chi sono, perchè mai avrei bisogno di doverlo dimostrare?
La parte di noi che giudica, la parte di noi che risponde ai condizionamenti della società, la parte di noi che si programma come un computer, non accetta l'Essere Anima quale siamo.

Se fin da piccola ho avuto intorno un sistema famiglia che mi ha trasmesso giudizio, prove, regole, limiti, controllo, interferenza, ecc, magari il mio bambino interiore sarà fragile e insicuro, si sentirà inadeguato e pieno di incertezze, si sentirà sempre in dovere di dimostrare "che lui vale".
 Ho sofferto di complesso di inferiorità, riconosciuto con molta sofferenza, ma ammesso a me stessa e accettato con amore. Io ero quella che conosceva "la meglio cosa", che "io io io io", che faceva di tutto per gli altri, per essere qualcosa agli occhi degli altri. Ma amor proprio? No, sottostima, critica, giudizio, auto sabotamento con i pensieri ("tanto non ce la fai").
Ho iniziato a lavorare sull'accettazione e sull'aver ragione, è stato il primo passo: capire che ognuno dal suo punto di vista e per le sue esperienze ha ragione.


Ma poi anche se davo ragione e lasciavo andare, non lo facevo completamente dentro di me.
Ovviamente più si imparano e si superano le lezioni, più diventano difficili e quindi arrivano i maestri più forti. Nel mio caso i genitori.
Capire che ti amano per come sanno amare, per come sono stati amati e per come hanno imparato ad amare, può solo che rendere liberi.
Accettare e abbracciare con amore la loro personalità staccandola dalla figura genitoriale e dal ruolo di cui si sono incaricati in questa vita è uno scalino in più verso la serenità.

In un mondo in cui l'Amore regna sovrano, in cui la dualità non ha più senso, in cui la paura non ha più significato, cosa potrebbe mai accadere se non qualcosa di bello?
Vigerebbero libertà, rispetto, comunicazione e condivisione.
Si comprenderebbe davvero il significato dell'essere Uno, degli specchi, della legge di attrazione o risonanza, dell'amore incondizionato, del cosmo e tutta la sua abbondanza in sostanza.

Anime belle il divide et impera gioca forte sul senso di identità poichè "il diverso" o lo straniero diventano nemici. Siamo tutte anime e siamo tutti Uno anche se non riusciamo a vederlo, c'è una parte di noi che riesce a percepirlo? Quale parte ferita del nostro bambino interiore risuona con il senso di rivincita e rivalsa? Cercare un capro espiatorio a cui dare la colpa non allevia nessun dolore se non in modo sfuggente.
E poi?
Guardare la situazione da un altro punto di vista ci può portare a capire dove ci stiamo dirigendo con i pensieri e le azioni conseguenti.


Seguendo la mente e le etichette a cui crediamo di corrispondere saremo sempre impegnati a confermare o meno ciò in cui crediamo in quel dato momento.
Tutto cambia, continuamente.
Quindi osserviamo ciò che passa nella nostra mente, semplicemente osserviamolo, senza identificarci con esso, sentendo da dove arriva e lasciandolo andare e fluire, in questo modo sarà più semplice identificare le credenze che ancora bloccano le nostre creazioni.

Quindi chi sono?
Io Sono.


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