giovedì 21 luglio 2016

Chiedere e ricevere.

Osservandomi riconosco la difficoltà a chiedere e a ricevere.
Riconosco che quando chiedo mi sento in colpa così come quando ricevo un dono mi sento in dovere di ricambiare immediatamente.
Sto sperimentando un momento di scarsità economica e mi guardo dentro.
Osservo i pensieri rivolti all'abbondanza e a ciò che so di poter creare, e allo stesso tempo osservo i pensieri rivolti alla scarsità e alla poca fiducia intrisa di paura verso ciò che non credo di poter realizzare.
La questione è: perchè mi sento in colpa quando chiedo?
La risposta che mi viene è che c'è qualche parte in me che non si crede meritevole di poter ricevere.
Da qui deriva anche il fatto che quando ricevo un dono non so accettarlo a cuore aperto, pensando subito ad un modo per poter ricambiare.
Si la gioia la riconosco e la gratitudine è immensa, ma c'è sempre quel mormorio interiore fatto di sbuffi e labbra contorte.
Riconosco che la sensazione di non meritare porta al senso di colpa sia nel chiedere, portandomi a chiedere qualcosa per me solo quando ho la sensazione di "avere l'acqua alla gola", sia nel ricevere, portandomi a non aprire le braccia e godere del momento presente.
"Avresti potuto/dovuto fare di più. Chi sei tu per godere dei frutti del lavoro di un altro?"mi dice il giudice interiore.
Dietro a tutto ciò ci sono ferite emotive e condizionamenti, c'è il corpo di dolore che si nutre creando circoli viziosi di sofferenza ulteriore.

L'ho riconosciuto, lo accetto, osservo la fragilità che si esprime e accolgo con tutto l'amore questo lato nascosto di me.
Il lavoro su di sè è prezioso.
Quando determinate cose che abbiamo chiesto non arrivano chiediamoci se sentiamo di "meritarcele" pur consapevoli che nell'universo il merito non esiste.
La natura non porta i fiori ad essere così belli perchè se lo meritano, non porta i frutti ad essere così buoni e succosi perchè se lo meritano, così come tutto ciò che ci circonda.
Il merito chi lo stabilisce? Chi è il giudice che decreta "tu te lo meriti e tu no"?
Quindi ringraziando per il lavoro svolto lasciamo andare questi schemi mentali ormai di poco aiuto.
E' coscienza che si esprime e sperimenta l'evoluzione.
La luce riconosciuta in mezzo all'oscurità.
E dopo che succede?
Dopo accade che si lascia andare la pesantezza e la sofferenza, si iniziano ad accettare i doni, si riceve a braccia aperte poichè ogni evento della realtà che viviamo è frutto del sogno che stiamo vivendo.
Il sogno dipende da noi che stiamo sperimentando tutto al fine di risorgere dopo le morti interiori che affrontiamo.

E quando si risorge cosa accade? 
Scopriamo che allora abbiamo un sorriso sul viso pieno di gratitudine e amore verso la vita e questo riempie di consapevolezza tutto ciò che abbiamo compiuto.

martedì 12 luglio 2016

Cronaca di un regalo di buon non-compleanno

Tutto nasce da una splendida conversazione con un caro amico, Marco, in cui si trattano argomenti come lavoro su di sè, ferite emotive e amore per se stessi.
Ammetto che l'amore per me stessa è un argomento delicato, ogni giorno lavoro per accogliermi, accettarmi, comprendermi, ascoltarmi, sentirmi, amarmi.
Un esempio del poco amore avuto nei miei confronti è il fatto che è da circa una decina d'anni che non festeggio il compleanno, non festeggio Marzia che cresce in questa vita e non la onoro ne ringrazio.
So di averlo scelto io.
Quest'anno infatti ho deciso che voglio creare una festa a sorpresa per Marzia.

Tornando alla conversazione con il mio amico si arriva a parlare di superare i limiti che ci autoimponiamo. 
Limiti che derivano da credenze, paure, condizionamenti. 
Magari si arriva fino ad un certo punto e poi ci si blocca.

Il giorno dopo mi arriva un messaggio di "Tanti auguri di buon non compleanno".
Marco mi ha regalato una prova da superare: un volo agganciata ad un filo di circa un paio di km, alla stazione sciistica di La Colmiane, nell'entroterra sopra Nizza, in Francia.
Dopo aver provato la montagna russa da piccolina non ho mai più fatto nulla di "coraggioso". Accetto il regalo con gioia e la sfida con me stessa.
Giorno 11 luglio 2016, partiamo verso le 9:30 da Sanremo, arriviamo a Mentone e saliamo su per i monti. C'è anche una variante che arriva fino a Nizza, ma qui de gustibus e navigandibus.
Arrivo a mezzogiorno, vado alla cassa centrale e mostro il foglio della prenotazione, mi danno il biglietto. Ho da prendere la seggiovia per arrivare alla piattaforma in cima, da dove poi mi butterò.
Luca, la mia dolce metà, mi aspetta all'arrivo con Alessandro.
Prendo la seggiovia e mi godo la salita, da sola, nel silenzio della natura, un'emozione incredibile di una lenta ascesa piena di luce.
Arrivo alla piattaforma e il signore che mi riceve mi dice che avrei potuto volare dopo la loro pausa pranzo.
Ho avuto un momento di panico, niente telefono, niente soldi.
Ho sorriso e piena di fiducia, con un caratteristico francese dall'accento italiano (mi hanno chiesto se ero portoghese, e questo la dice tutta sul mio francese), chiedo se possono lanciarmi non avendo nulla per comunicare con la mia "equipe" al fondo valle.
Accettano.
I sorrisi  e il cuore aperto fanno magie.
Il volo si divide in due fasi siccome è ad angolo retto, quindi a metà c'è un cambio da fare: la prima discesa veloce in cui si toccano quasi i 130km orari, si sovrastano le foreste di abeti, e la seconda un pochino più lenta in cui si vola sopra la valle e un paio di laghetti.


La cosa divertente è che per un errore di calibrazione del mio peso sono arrivata a circa dieci metri dall'arrivo, mi sono fermata e ho iniziato a tornare indietro fino a metà filo, rimanendo sospesa a mezz'aria.
Gli operatori hanno dovuto organizzarsi in modo tale che uno si è imbracato e mi è venuto a recuperare.
E' stato tutto divertente e meraviglioso.
So perchè è successo tutto il trambusto alla fine: non volevo scendere! 
Volevo continuare ancora a stare sospesa per aria!
Ho riso di gioia come una bimba tutto il tempo.
Ho provato un'esperienza mai fatta prima.
La cosa che mi ha stupito è che ho provato curiosità, emozione, eccitazione, tutto tranne che paura.

Anime belle, la lezione che si può trarre da questo racconto è molteplice:
- brilliamo e spingiamo le nostre conversazioni sui binari della condivisione, della crescita, dell'amore incondizionato; 
- accettiamo i regali, permettiamoci di ricevere, apriamo le braccia all'universo che si manifesta tramite chi ci circonda; 
- affrontiamo con coraggio le sfide, andiamo oltre i limiti che impone la mente.

Auguro un buon volo a tutti, che sia pieno di amore e di fantasia per creare un nuovo mondo libero e cristallino.
Grazie di cuore a Marco per il magico pensiero.
Grazie di cuore a Luca e Ale per avermi accompagnata.
In e con amore.