martedì 31 gennaio 2017

Cosa scegli?

E' un gioco di sguardi possiamo dire.
Da quale punto di vista scelgo di guardare il mondo? Cosa scelgo di vedere? 

Osservare i giochi sottili della mente e le situazioni in cui re-agiamo identificati e percepiamo un conflitto o malessere: dalla rabbia fino all'istinto omicida, è di fondamentale importanza per riconoscere quest'onda di emozioni e pensieri che si trasforma in un uragano nel nostro corpo fisico.

L'auto-osservazione del respiro a questo punto è il primo passo.
Ora respira.
Consapevolmente.
Osserva l'aria che entra nel tuo corpo..sentine la temperatura e l'odore.
Osserva il diaframma che si muove e i polmoni che si espandono.
Senti cosa comunica il respiro.
È veloce? Profondo? Spezzato? Rilassato?
Osserva e riconosci senza giudizio, senza controllo, senza regole o dettami da rispettare per un "giusto" respiro, senza esprimere pareri.
Osserva e basta.
Torna in te attraverso ogni atto.
Inspira, espira, osserva la pausa che si crea prima di inspirare di nuovo (senza trattenere il respiro..è una pausa naturale).
Cosa provi? Cosa senti? Dove sei? 


Osserviamo i pensieri e lasciamo che essi siano quel che sono.
Accogliamoli senza nutrirli nel dialogo interiore: il tutto quindi senza giudizio, interpretazioni, pareri, giustificazioni, alibi ecc.
Quei pensieri sono formati dalle credenze cristallizzate nel personaggio che viviamo.
Quando siamo identificati con esso e le nutriamo con attenzione ed energia stiamo dormendo e non ci rendiamo conto che esse sono ciò che inviamo nell'universo quando ne siamo identificati (ciò che stiamo emettendo a livello energetico nella matrice) e le manifestiamo nella vita quotidiana sul piano materiale.

Essere va di pari passo all'espansione del punto di vista.
E' tutto un esercizio, un vero e proprio lavoro, richiede impegno ma questo è.
Passare dal punto di vista dell'Io a Essere Coscienza.
ps: l'importante è agire e sforzarsi di ricordarsi di sè, poi quando accade accade.


domenica 22 gennaio 2017

Espandere il punto di vista: Speriment-Azione!

"I bambini di oggi non giocano come facevamo noi ai vecchi tempi!"
Ho sentito questa frase seguita da un dibattito intenso e sentito sui valori della gioventù che sono andati perduti, sulla droga e sulla tecnologia e l'uso spropositato che se ne fa nella vita perdendo i contatti con la realtà. 
Osservo.
Mi chiedo: "I bambini crescono e assorbono "come spugne" è un modo di dire usato per descrivere la velocità di apprendimento che hanno i bambini piccoli, ma quanto ne siamo consapevoli? 
Mentre descriviamo questi bambini lamentandoci per il degrado della situazione ci stiamo osservando?
A chi stiamo dando la "colpa" di tutto?
Chi cresce questi bambini e giovani di cui ci si lamenta? 
I genitori li guidano e scelgono i luoghi dove imposteranno la loro vita (vedi asilo, scuole, indirizzi religiosi, sport, attività ricreative ecc.). 
E i genitori sono stati a loro volta figli, e così via.
Ora continuiamo ad osservare su questo piano la questione:
se siamo i primi a usare la tecnologia, dalla tv agli smartphone, per impegnare il nostro bambino ipnotizzandolo davanti ad uno schermo, come possiamo lamentarci poi del conseguente circolo vizioso in cui il tablet, ad esempio, diventa l'unico oggetto capace di fargli trovare uno stato di calma?
Siamo noi ad aver la responsabilità del loro sviluppo, quindi spetta a noi portarli a scoprire e sperimentare, a manifestare e sviluppare le doti e i doni.
Ora espandiamo il punto di vista: i bambini sono anime che in accordo con l'anima dei genitori si incarnano sul pianeta per sperimentare quell'ambiente e quelle situazioni familiari precise per sviluppare quel preciso schema emotivo e ferita da trasmutare.
Solo che nascendo ci dimentichiamo di tutto ciò e da adulti parliamo dormendo immersi in forme pensiero e identificati in un personaggio con i suoi ruoli.
Espandere il punto di vista, allargare la visione ci permette di Essere.
Le parole complicano ciò che il sentire direttamente sulla propria pelle realizza nell'immediato.
L'unico modo è sperimentare.

Speriment-Azione! Mettere in pratica, osare, fare tutto ciò che rientra nelle conoscenze teoriche ma che non abbiamo mai testato sulla nostra pelle.
Ricordiamoci di noi e guidiamo la carrozza!
Giochiamo a creare la vita, con lo stesso spirito di un bimbo che si diverte ed è Vivo.
La coscienza si sta muovendo nella direzione dell'espansione, molte certezze stanno crollando ma fa parte del processo di morte interiore e rinascita.
Per quanto riguarda i bambini e la loro crescita, educazione, salute ecc usiamo discernimento, sentiamo il cuore e ascoltiamo ciò che hanno da dirci.

giovedì 19 gennaio 2017

E' tempo di muoversi e agire

E' tempo di prendersi la responsabilità dei pensieri, delle emozioni, degli stati d'animo, delle azioni a cui diamo vita.
E' ora di smetterla con il dare la colpa a tizio o caio, all'evento X, al tempo, a chissà cosa, per il nostro stato di insofferenza e malessere.
E' ora di iniziare a guidare la carrozza.
Gurdjieff parla di un'interessante metafora.
L’essere umano diventa un veicolo destinato al trasporto di un passeggero e si compone di:
- carrozza: il corpo fisico
- cavalli: le emozioni
- cocchiere: la mente
- passeggero: la coscienza, voce interiore, anima, sé superiore
Cosa succede quando il passeggero dorme e decide la strada il cocchiere? E se il cocchiere non sa più dove andare, indeciso e confuso, e lascia che siano i cavalli a decidere la strada?
Il passeggero deve svegliarsi per dare le indicazioni al cocchiere che così può guidare i cavalli in modo consapevole.
Il percorso di lavoro su di sé, la presenza nel qui ed ora e l’osservazione di tutto il nostro Essere permette al passeggero di tornare a guidare la carrozza.


Prendiamo in esempio le occasioni in cui ci troviamo di fronte ad un'ingiustizia, nel caso specifico: stiamo navigando su internet, condividiamo immediatamente su facebook o altri social network.
Condividere la violenza in ogni sua forma porta altra violenza in ogni sua forma.
Si può osservare come nei commenti sotto ai diversi temi o eventi che riportano sofferenza per l'uomo l'animale o il pianeta intero, si espanda un'onda di giudizio, rabbia, maledizioni e così via.
Questo possiamo dire che sia alimentare il buio e nutrire paura e dolore. 
Chi sta guidando in quel momento? 
Cosa fare?
Si può Agire.
In presenza.
Con il cuore aperto.
Quindi se siamo di fronte ad un'ingiustizia siamo svegli e osserviamo le emozioni che hanno preso vita in noi, osserviamo e rimaniamo in ascolto, agiamo e interveniamo se ne abbiamo possibilità.
Se giudichiamo e poi re.agiamo stiamo dormendo, se giudichiamo e non facciamo nulla se non continuare ad alimentare un lungo monologo egoico stiamo dormendo, e così via.
Riconosciamo nell'altro lo specchio dei nostri lati oscuri!
La vita è l'ologramma di tutto ciò che siamo.
Vederlo tocca solo a noi.
Per quanto io vi possa dire "è proprio così.." sta solo a voi poterlo sperimentare e vedere.
Vi dico questo consapevole di parlare a me stessa.
Espandere il punto di vista, accogliere quello che identifichiamo come "altro" e riconoscerlo parte di noi come noi di lui, riconoscere lo specchio dentro di noi (ciò che l'inconscio manifesta nella realtà).
Sperimentiamo in ogni momento l'opportunità di vedere oltre e decidere in piena coscienza la strada da aprendere.
E' uno stato dell'Essere.
E' l'apertura alla Vita.

domenica 8 gennaio 2017

Quel che credo..

Io è in cerca di punti fermi, certezze, con cui identificarsi e riconoscersi.
Ogni "Io sono fatto" che diciamo è una dichiarazione della nostra identificazione con quella condizione.
Io si dimentica però che non è solo.
E' insieme ad altri Io in questo momento sulla Terra.
E ognuno cerca punti fermi, certezze, con cui identificarsi e riconoscersi.
Guai a mettere in discussione ciò che crede Io.
Ne morirebbe.
Infatti da questo nascono conflitti, dalla semplice ma accesa discussione al bottone per sparare missili dall'altra parte del mondo.
Si dimentica di Essere connesso a tutti, di Essere presente, di aprire il cuore e amare.
Crede e crea il mondo secondo le sue convinzioni che compongono il filtro attraverso cui guarda la realtà che vive.
Io non è un ruolo nè in famiglia nè al lavoro nè nella società e così via.
Non è ciò che mangia.
Non è il conto in banca, i locali che frequenta, i libri che legge o le tendenze che segue.
Io si dimentica che sta dormendo quando si identifica.
Sogna di vivere quando in realtà è ipnotizzato dalle emozioni, cristallizzate in ferite, che lo guidano e lo portano a re-agire.
Io vibra ad una frequenza bassa, pesante, e crea una vita di difficoltà e sofferenza in cui deve difendersi, non può fidarsi e spesso si ritrova ad essere impotente di fronte alle situazioni. 

Arriva un momento in cui ci stiamo auto-osservando e riconosciamo Io.
Il lavoro su di sè ci porta ad accogliere le ombre e trasmutare tutto il piombo osservando come le dinamiche che si manifestano siano specchi di Io.
Osserviamo e sforziamoci di stare svegli.
Se re-agiamo c'è un lato di Io che sta emergendo, qualsiasi sia la situazione e la/le persna/e coinvolte, espandiamo il punto di vista e accogliamo.
Osserviamo la reazione in noi a difendere le certezze di io.
Osserviamo l'identificazione che ci porta a cercare conferme o punti di confitto verso ciò che sentiamo/vediamo/viviamo a livello emotivo ecc.
Ascoltiamo con l'intento di ascoltare, aprendoci all'altro.
A cuore aperto, accogliamo ciò che arriva e agiamo. 

L'universo risponde a ciò che siamo.
Ci offre in specchio ciò che siamo.
Sta a noi vedere togliendo i filtri delle certezze di Io.
E' solo la paura a impedirci di lasciarle andare, quello che ci aspetta è l'avventura della Vita.

giovedì 5 gennaio 2017

Un giro di spirale

Ho iniziato l'anno con un'ondata di idee e intuizioni, di progetti da poter realizzare e tanta voglia di sperimentare e manifestare.
La vita non si è fatta attendere molto prima di offrirmi lo specchio delle insicurezze e delle ombre che ho da riconoscere e guardare in faccia.
Mi si è ripresentata una situazione già vissuta, potremmo dire: stesso copione personaggi differenti. Ma ora sono diversa e un po' più consapevole, osservatrice di me stessa. 
Usando come immagine una spirale, che ogni giro si espande per tornare sullo stesso punto ma su un piano differente.
Quindi sono riuscita a vedere, mi è costato fatica devo essere sincera.
Le emozioni collegate alle ferite più nascoste, alle dinamiche inconsce, sono travolgenti, cariche di energia e forza che va riconosciuta, sentita, osservata e accolta. Spesso però ci dimentichiamo e quando viviamo un giro di spirale rischiamo di fare le stesse cose che abbiamo sempre fatto.
Osservarsi e accogliere sono le parole da ricordarsi.
In silenzio senza giudicare ma accogliendo.
Se siamo davanti ad una situazione in cui siamo a disagio molto probabilmente è un giro di spirale.
Teniamo conto che ora le energie sono molto più forti e il tempo sembra scorrere più velocemente (per approfondimenti cercate informazioni su Marco Fardin e il Calendario dei Maya).
Ogni momento è buono per sperimentare.
Per vedere le cose in silenzio, senza giudizi e ragionamenti legati ai filtri secondo cui guardiamo le cose.
Ogni giorno portiamo attenzione a noi, osserviamo senza filtri e osserviamo i filtri che mettiamo per guardare. Se cediamo all'identificazione sorridiamone e ricordiamoci di noi con ancora più amore e accoglienza.
Se sentiamo di agire agiamo, se sentiamo di non agire non facciamolo.
Respiriamo prima di parlare, osserviamo cosa stiamo per esprimere, da dove arriva? 
Se vogliamo agire quindi facciamolo in silenzio, sentendo il cuore.
Se stiamo giudicando, noi o la situazione, e poi ci muoviamo allora questa sarà una re-azione.
Approfittate di ogni giro di spirale per espandere la coscienza e manifestare la Bellezza divina quale siamo.
Ho finito un anno di Lampadina del Giorno, incredibile, mi sembra ieri che ho pensato di fare questa cosa non programmata che si è rivelata un grande lavoro di disciplina interiore.
Ringrazio tutti coloro che nei modi più svariati hanno contribuito alla creazione di tutto ciò.
Sto mettendo in ordine le idee per farne un libro, il 2016 è stato un anno denso di eventi e espansioni di vedute.
Vi terrò aggiornati!
Un ciclo si è concluso e uno è appena iniziato.
Le Interviste di BuongiornoBuongiorno continuano: ho concluso l'anno con l'intervista a Raffaella Galoppi sulla lettura dell'Aura e  ho inaugurato l'anno "nuovo" con un'intervista a Claudio Trupiano sul Dottor Hamer e la Nuova Medicina.
Mi piace sempre più fare le interviste e ringrazio tutti quelli che si rendono disponibili nel rispondere alle mie domande!
Se vi trovate nella Riviera Ligure ho appena dato il via alle iscrizioni per un corso intitolato Grazia e Ricchezza, sottotitolo A Gonfie Vele! 
Si tratta di un incontro alla domenica pomeriggio una volta al mese per cinque mesi.
Il corso è ad offerta libera.
Ultimo ma non ultimo Habibi il progetto con Martina Ghiazza per il quale stiamo facendo raccolta fondi, beh anche questa ha sentito il rinnovamento dell'anno nuovo e vi saranno parecchie novità!!
Dedico a tutti meravigliosi pensieri in armonia
Auguro a tutti di Vedere, di Sentire e di Essere.