Vi auguro buona lettura, che
possa essere per voi luminosa e illuminante.
1) PNEI: è una scienza che studia le connessioni tra emozioni, psiche e sistema nervoso,
endocrino e immunitario. Questo significa che gli stati d'animo, le emozioni ed
i pensieri influenzano lo stato di salute?
Assolutamente
si. La connessione esistente tra la psiche ed il soma è ormai ben documentata
nel mondo scientifico. Si può parlare di malattie psico-somatiche ma anche di
malattie somato-psichiche: in realtà infatti esiste una connessione fluida e
continua tra il mondo fisico e quello psichico, entrambi si influenzano e dialogano costantemente, attraverso segnali
molecolari fatti di neurotrasmettitori, citochine, ormoni, ma anche e,
sopratutto, biofotoni.
2) A differenza delle tecniche mediche di altre zone del
mondo come l’ayurveda o la medicina tradizionale cinese, che sono ad approccio
olistico fondato sulla connessione tra corpo e mente, la medicina occidentale
ha iniziato ad indagare tale relazione a partire dagli anni ’30, in seguito
agli studi di H. Selye sullo stress. Con la PNEI si può dire quindi che anche
in occidente “l’uomo è Uno, indivisibile e che il corpo è un luogo dove il
pensiero è diffuso e permea il Tutto”?
La scienza
moderna occidentale si è per anni basata sulle teorie del riduzionismo, dove
ogni soggetto è biologicamente passivo ed un'entità separata che funziona
secondo le leggi della biochimica classica; viceversa oggi la medicina si sta
sempre più aprendo all'olismo scientifico: il soggetto, in questa prospettiva,
partecipa alla realtà, influenzandola e fa parte del tutto. Le recenti scoperte
di fisica quantistica, con gli studi del Prof. Del Giudice, Pagliaro e molti
altri illustri medici e fisici, ci insegnano che i segnali elettromagnetici
rappresentano il 90% o più della comunicazione cellulare e che solo un 10% o
meno dipende da segnali biochimici, che agiscono con una velocità di gran lunga
inferiore...
3) Come spiega la PNEI il ruolo dello stress nello
sviluppo delle patologie autoimmuni?
La patologie
autoimmuni sono l'espressione di una estrema anarchia del sistema immunitario.
Lo stress cronico, con l'iperattivazione dei sistemi dello stress associati
(aumento cronico nel sangue di cortisolo, adrenalina, noradrenalina, ormone
antidiuretico, prolattina), conduce nel tempo ad un indebolimento del sistema
immunitario, che si potrà manifestare con infezioni recidivanti, stanchezza,
cancro, allergie, malattie autoimmuni; la diversa risposta dipenderà dal
terreno della persona e alle noxe patogene a cui andrà incontro durante la sua
vita.
4) Quali metodi diagnostici e quali terapie utilizza la
PNEI?
In pratica che cosa fa il terapeuta che si occupa di PNEI
per risolvere il problema che gli ha sottoposto il paziente?
La PNEI è
una branca della medicina a tutti gli effetti e, come tale, si avvale di tutti
gli strumenti della diagnostica esistenti in medicina accademica: la diagnosi
“allopatica” è sempre il punto di partenza di ogni terapia medica. Ci sono poi
degli esami specialistici che permettono di comprendere l'assetto endocrino ed
immunitario della persona che, però, vanno affiancati da un'approfondito esame
clinico; come abbiamo visto, infatti, la biochimica rappresenta meno del 10%
del funzionamento del nostro organismo e molto spesso gli esami del sangue
classici possono essere completamente silenti. Io affianco la semeiotica
classica con l'analisi della persona in chiave costituzionale, secondo la
medicina omeopatica, il costituzionalismo di Nicolas Pende, grande medico
endocrinologo dei primi del novecento e le più recenti indagini in campo PNEI
sul biotipo umano. Credo che ogni medico debba esser dotato prima di tutto di
una grande sensibilità e della capacità di ascolto empatico della persona,
capacità di decifrare ogni sua parola, il modo in cui si descrive, in cui
descrive i suoi sintomi. E questo proprio perché l'uomo va visto nella sua
interezza fatta di psiche, soma ed emozioni.
Le terapie
in chiave PNEI possono essere diverse a seconda delle competenze del terapeuta.
PNEI è in fondo il “paradigma” di lettura della persona e delle patologie, per
cui la capacità di curare in ottica PNEI consiste nella capacità di rimettere
in equilibrio il dialogo tra tutti i sistemi, psichico, neurologico, endocrino,
immunitario. Quello che però accomuna tutte le terapie in chiave PNEI è la
necessità di spegnere i sistemi dello stress iperattivi, poiché è da questa
iperattivazione che nasce l'infiammazione cronica, madre delle patologie
cronico-degenerative. Personalmente, il mio percorso di studi mi permette di
avvalermi della “medicina dei bassi dosaggi” o “low-dose medicine”. Essa
ribilancia il dialogo PNEI tramite l'utilizzo di neurotrasmettitori, citochine
e ormoni in dosaggio “fisiologico” ossia quello in cui tali sostanze circolano
nel sangue. Il messaggio di regolazione nasce dai bassi dosaggi, proprio come
la fisica quantistica con le sue ricerche pionieristiche sta portando alla luce
con tanto di studi scientifici. Essa ha dimostrato come i dosaggi ponderali,
soprattutto se utilizzati per lunghi periodi, conducano ad un blocco della
funzione dei recettori cellulari. Viceversa, i bassi dosaggi sono quelli che,
grazie ad un'informazione prevalentemente biocibernetica, possono favorire il
ripristino della funzione delle cellule e quindi la guarigione.
5) Cosa si può curare con la PNEI?
La
maggiorparte delle patologie cronico-degenerative possono trarre beneficio da
una cura PNEI, dall'obesità, al diabete, alle malattie endocrinologiche,
ginecologiche, immunitarie.
6) Qual è il rapporto tra alimentazione e stato di
salute? Grazie alla PNEI si può riconoscere un ruolo primario dello stile di
vita e delle abitudini alimentari come causa dell’insorgenza di una patologia?
Certamente,
la nutrizione è uno dei pilastri del benessere. Gli altri sono la cura ed il
potenziamento psichico, l'attività fisica e l'ambiente in cui si vive. Il cibo
può nutrire a tutti i livelli: fisico, psichico, emozionale. Esso può
influenzare in senso positivo o negativo la nostra salute e questo dipende
chiaramente prima di tutto dalla benzina che utilizziamo: alimenti densi di
nutrienti, ricchi di vitamine, sali minerali, proteine di buona qualità, grassi
buoni, fibre, aiutano la quotidiana pulizia delle nostre cellule ed il loro
lavoro metabolico ed enzimatico. É importante non solo mangiare alimenti sani
ma anche nutrirsi con consapevolezza, è ben noto come gli stati d'animo durante
il pasto possono influenzare la capacità del cibo di farci bene o male. Per cui
anche un buon dolce, consumato con gioia e consapevolezza, potrà rappresentare
un nutrimento per il corpo e per lo spirito. L'atteggiamento mentale con cui ci
avviciniamo al cibo è quindi vitale. Anche le pratiche di consapevolezza come
la mindfulness e la meditazione, ci insegnano a vivere il pasto come un momento
di speciale presenza a noi stessi.
La PNEI
riconosce un ruolo importantissimo non solo ai nostri pensieri ed al nostro
vissuto interiore nella genesi di una patologia, ma anche all'ambiente esterno
ed allo stile di vita: oggi l'epigenetica, quello che sta”sopra la genetica”, è
al centro del mirino di tutti gli scienziati. L'ambiente influenza l'attività
dei nostri geni e la loro espressione. Possiamo accendere o spegnere i nostri
geni a seconda dei nostri pensieri, del cibo che mangiamo, dell'aria che
respiriamo, delle tossine ambientali con cui veniamo a contatto.
Grande
attenzione è puntata sugli interferenti endocrini (Endocrine Disrupting
Compounds, EDC), sostanze tossiche ambientali che possono ritrovarsi nella
maggiorparte dei prodotti di largo consumo, dagli alimenti, agli smalti, alle
vernici, i prodotti cosmetici, le plastiche e molto altro ancora. Queste
sostanze possono interferire con i nostri ormoni e quindi con l''intero asse
PNEI. Conoscerli e riuscire ad evitare almeno i più pericolosi, attraverso uno
stile di vita più salubre e affiancando terapie di depurazione, è oggi fondamentale
per mantenere l'equilibrio del network PNEI.
7) L’uomo, ad esempio come gli Yogi, gli atleti o le
partorienti, attraverso tecniche e pratiche in cui attenzione e consapevolezza
sono l’obiettivo primo, riesce a modificare la soglia di percezione del dolore.
Il respiro in questo caso è di fondamentale importanza. Come può la PNEI
spiegare questo fenomeno in cui le aree cerebrali deputate alla percezione del
dolore vengono “sopite”?
Le pratiche
di meditazione e rilassamento profondo agiscono sul riequilibrio nervoso: si
parla di aumento della “coerenza cerebrale” uno stato caratterizzato da una
grande sincronizzazione dei due emisferi cerebrali, dello yin e dello yang, del
sistema nervoso simpatico e parasimpatico. Il disequilibrio degli assi PNEI è
spesso caratterizzato da un eccesso di tono simpatico, con sintomi come
tachicardia, ansia, nervosismo, ridotta soglia del dolore. Le tecniche di
gestione dello stress e le pratiche meditative possono modificare la soglia del
dolore, grazie al rilascio di sostanze antidolorifiche da parte del cervello,
chiamate endorfine. Illustri neurologi hanno studiato ed analizzato gli effetti
della meditazione sia sugli yogi che su soggetti normali dopo brevi pratiche di
meditazione ed hanno visto sostanziali modifiche di molti altri
neurotrasmettitori ed ormoni che sono correlati alla riduzione dello stress e
all'aumento della coerenza cerebrale.
8) Quanto può aiutare la meditazione nella via del
benessere psicofisico o nella guarigione da una patologia per ristabilire
l’equilibrio energetico della persona?
Per quello
che dicevo sopra, moltissimo. Può aiutare a ritrovare la propria centratura, ad
ascoltare il proprio corpo ed i segnali che ti invia. Migliora la
concentrazione e la memoria, abbassando i livelli di stress; uno dei bersagli
dello stress cronico è infatti l'ippocampo, importante sede della memoria. Hai
mai fatto caso che quando sei stanco e stressato non ti ricordi più le cose??
Per quanto
riguarda l'energia che, come dicevamo, governa un buon 90% del funzionamento
delle nostre cellule, sia la meditazione, come lo yoga ed altre tecniche
olistiche di lavoro sul corpo, possono condurci ad un maggiore livello
energetico. Quando il livello di energia organica è basso ci sentiamo stanchi,
senza forze, il nostro sistema immunitario è debole e non può svolgere il suo
lavoro. I nostri pensieri possono
incrementare o abbassare il livello energetico: quello che ci diciamo, come ce
lo diciamo, in pratica “come te la canti” può influire moltissimo anche nel
percorso di guarigione.
9) Quanta importanza hanno la paura e la percezione
soggettiva di una situazione come pericolosa nell’attivazione del sistema
nervoso ed endocrino? Quanto può condizionare lo stato di salute quindi uno
stile di vita condotto seguendo questa emozione?
La paura è
un'emozione che potremmo definire contraria all'amore. Si prova paura nella
misura in cui non si riesce a lasciarsi andare all'amore, in tutte le sue
forme. Dalla paura nasce il blocco dell'azione e dall'azione bloccata nasce lo
stress. Quando non ci sentiamo liberi di esprimerci, di parlare, di cantare, di
amare, di fare quello che ci piace di più, diventiamo come delle “pentole a
pressione” . L'amigdala è un organello che si trova al centro del cervello, che
fa parte del lobo limbico, in cui ha sede la memorizzazione degli eventi
negativi, dell'ansia e della paura. Il problema è che quando abbiamo vissuto
dei traumi, delle esperienze negative associate alla paura, tendiamo in modo
automatico a guidare ogni nostra azione futura sulla base di quelle esperienze.
Alcune tecniche di gestione dello stress, semplici e pratiche e l'utilizzo di
fiori di Bach mirati possono aiutare ad elaborare e superare le esperienze
negative che si comportano da “stressori cognitivi”, cioè mantengono
costantemente attivi, anche solo a livello subconscio, i nostri sistemi dello
stress e quindi l'infiammazione cronica.
10) La mente è un mezzo potentissimo a nostra
disposizione. Come ci può aiutare la PNEI a spiegare l’effetto placebo e
nocebo?
Potremmo
definire l'effetto placebo come “un'attivazione non farmacologica del network
PNEI”: l'effetto placebo non è la pallina di zucchero data al posto del
farmaco...l'effetto placebo è una vera e propria medicina senza farmaci, in
quanto se io credo che quella terapia può funzionare, di sicuro funzionerà,
viceversa, se io non credo che la terapia potrà aiutarmi, gli effetti
terapeutici di sicuro non saranno quelli attesi.
11) Possiamo quindi definire le emozioni e pensieri
negativi come distruttivi e quelli positivi come curativi poiché la mente crea
tutto ciò verso cui dirige l’attenzione?
Senza alcuna
ombra di dubbio i nostri pensieri possono modificare la realtà osservata.
Quando pensiamo positivo, quando ascoltiamo una musica che ci piace, mangiamo
bene, pratichiamo attività fisica, ci facciamo fare un bel massaggio, facciamo
un bel bagno caldo, quando amiamo...sono tutti atteggiamenti e comportamenti
che liberano dopamina ed endorfine nell'organismo, le sostanze del piacere e
del benessere.
12) Epigenetica e Bruce Lipton: nella direzione in cui
vanno le nostre credenze va il nostro stato di salute. La PNEI può fornire una
spiegazione alla “Biologia delle credenze”?
Noi siamo i
nostri sistemi di credenze e creiamo la nostra realtà con i nostri sistemi di
credenze. Essi agiscono con meccanismi epigenetici nella manifestazione della
nostra salute nella regolazione del network Psico Neuro Endocrino Immunitario.
Dobbiamo imparare a modificare le nostre “credenze” in senso favorevole al
nostro benessere, imparare a mettere noi stessi e l'amore per noi stessi sempre
al centro. E questo è un argomento che affronto molto spesso con i miei
pazienti.
13) PNEI e medicina quantistica: sono le nuove medicine
del futuro?
Sono
convinta che nell'arco di pochi anni la medicina quantistica sarà il nuovo
paradigma della scienza, tutto ormai si muove in questa direzione e la medicina
riduzionistica non potrà che accettarlo e lasciare spazio alla scienza dei
quanti.
14) Quale lampadina ci puoi lasciare grazie alla tua
esperienza?
Prova a
mettere silenzio nella tua mente, a calmarla e ad ascoltarti. Impara ad amare
il tuo corpo, ad accettarti e seguire la tua intuizione. E' l'esperienza che ci
cambia, è il volersi mettere in gioco che ci permette di migliorarci e di
espandere la nostra consapevolezza e quindi il nostro benessere.
Grazie
Gabriella!
Ecco a voi i
contatti e i riferimenti per poter contattare e approfondire il discorso:
Gabriella
Fugazzotto
sito web: www.foodmindandhealth.com
pagina
facebook: Food, mind and health dr.Gabriella Fugazzotto
e-mail: gabriella.fugazzotto@gmail.com
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