In
questa pagina vi presento l’intervista a Claudio Trupiano sul dottor Hamer e la
Nuova Medicina, malattia e guarigione. Vi auguro una buona lettura di cuore,
con discernimento.
1) La
Nuova Medicina del dottor Hamer si compone di 5 Leggi, alle quali la natura
biologica del nostro corpo risponde alla perfezione. Puoi spiegare brevemente
il loro lavoro?
Nella
storia della ricerca scientifica più volte è capitato che l’essere umano si sia
trovato, spesso per caso, a scoprire nuove leggi della Natura. Così ad esempio
Newton ha elaborato la teoria della gravità terrestre dall’osservazione della
caduta di una mela. Non si tratta di invenzioni brevettabili, ma
semplicemente di regole già esistenti in
Natura.
Allo
stesso modo il dr. Hamer, a seguito della morte del figlio, ha scoperto le
leggi che regolano i processi fisiologici del corpo, includendo anche quelli patologici,
dalle più semplici malattie sino a quelle più complesse, compreso i disturbi
relativi alle psicosi in genere.
In
quanto leggi della Natura la rispondenza di questi processi nel corpo è
verificabile quindi al 100%, così come per la legge di gravità nel globo
terrestre. La verifica ulteriore che conferma la valenza biologica di queste
scoperte è il riscontro in tutte le forme organiche vitali, nelle piante e
negli animali.
Le
due scoperte, costituenti i pilastri fondamentali sui quali si fondano le 5
Leggi, sono l’andamento bifasico che regola ogni processo fisiologico del corpo
umano e il senso biologico (logico per la vita) di questi processi.
Con la prima scoperta si include il riconoscimento del vissuto emozionale dell’individuo, ad oggi pervicacemente escluso dalla scienza medica (a parte il banale riferimento generico al termine stress).
Questa nuova rivalutazione di una visione olistica dell’essere umano implica un capovolgimento diagnostico in medicina, fornendoci finalmente la risposta alla domanda “Perchè ci ammaliamo?”.
Con la prima scoperta si include il riconoscimento del vissuto emozionale dell’individuo, ad oggi pervicacemente escluso dalla scienza medica (a parte il banale riferimento generico al termine stress).
Questa nuova rivalutazione di una visione olistica dell’essere umano implica un capovolgimento diagnostico in medicina, fornendoci finalmente la risposta alla domanda “Perchè ci ammaliamo?”.
La
seconda scoperta ha una ricaduta rivoluzionaria nell’accezione generale del
termine “malattia”, nel senso che la rilettura dei processi patologici in
chiave biologica (logica per la vita) annulla la visione e la credenza,
consolidate da sempre, di un corpo stupido che sbaglia sino a generare “il
maligno” .
2) Quindi
cos’è la malattia? Perché ci si ammala?
Quanto
abbiamo sinora chiamato malattia non può più essere limitato a un processo
sintomatico da combattere ed eliminare, ma è una parte di un processo composto
da due fasi: una, definita simpaticotonica, è la fase conflittuale attivata da uno shock inaspettato, più o meno
drammatico. Ogni shock, che coglie l’individuo in contropiede, implica
l’attivazione di un programma fisiologico prestabilito e codificato nel corpo
da milioni di anni.
La
seconda fase, definita vagotonica, si
attiva dopo la risoluzione del conflitto e costituisce un processo di riparazione dei
tessuti implicati nella fase attiva. E’ soprattutto in questa seconda fase che
si manifestano i sintomi riferibili a quanto sinora abbiamo chiamato malattia e
durante la quale viene attuata ogni azione terapeutica da parte della Medicina
classica.
Mi
spiego con un esempio: se in modo inaspettato si subisce un atto ingiusto o un
affronto percepiti con rancore, saranno probabilmente
attivate le vie biliari, attraverso un processo ulcerativo per far defluire più
bile. Cessata la fase conflittuale e passato il momento di rancore, la fase
ulcerativa sarà seguita dalla fase vagotonica di riparazione, e quindi la
ricrescita del tessuto ectoderma dei dotti biliari, con i sintomi tipici di
dolori al fegato, sino alle coliche biliari e possibili riflessi
nell’intestino.
Questi
due processi fisiologici non dipendono dalla nostra volontà ma, appunto, da
programmi biologici, per tutti uguali. Questo è l’esempio di un programma
definito “rancore nel territorio”, ma con lo stesso programma bifasico si
attuano tutti gli altri riferibili a ogni tipo di patologia, diversa per organo
e per funzionalità dello stesso.
Questi
programmi sono stati codificati nel nostro DNA da milioni di anni, che il
nostro corpo sperimenta e mantiene dopo averne verificato l’utilità e il senso
biologico. Da qui l’importanza di dover rivalutare l’evoluzione di questi
processi (la filogenesi), insieme allo studio dell’embriologia.
Alla luce di queste scoperte si comprende quindi
il senso biologico di quanto abbiamo sinora definito malattia e soprattutto il
perché ci si ammala. Di conseguenza conoscere la causa diventa determinante per
ogni tipo di terapia che si voglia applicare, soprattutto per risolvere il vero
problema che sta alla base della nostra salute: evitare le recidive
conflittuali che, di fatto, costituiscono il vero motivo per cui molte persone
superano i limiti conflittuali dei programmi fisiologici, causando il decesso, biologicamente
inevitabile.
3) Quale
funzione ha la memoria cellulare nel
processo di malattia?
La
risposta è nella considerazione di una legge universale: “la vita ama la vita”.
Non esiste forma organica vitale che nasca con il fine di morire, ma solo e
sempre per crescere e migliorare continuamente. Per questo ogni essere vivente,
nel corso dell’evoluzione, acquisisce e mantiene, a livello di memoria
cellulare, tutti i programmi sperimentati e utili per rinforzare le strutture
vitali e permettere così la continuazione delle specie.
E’
la stessa regola che governa la fissazione delle credenze sia psichiche che
fisiologiche: si rafforza e si fissa solo ciò che è utile per la vita.
Su
questa premessa di fondo si comprende perché il nostro corpo ad oggi è la
massima e migliore espressione evolutiva, costituita da 4 foglietti embrionali
con altrettante corrispondenti parti strutturali.
Per questo è facile comprendere che, in base ai percepiti conflittuali continui e futuri, il corpo è in continua evoluzione e rimodellamento. Non sappiamo ancora la meta finale, ma di certo se la vita ama la vita, è certo che il miglioramento sarà costante, sia in termini di qualità che di quantità di vita.
Per questo è facile comprendere che, in base ai percepiti conflittuali continui e futuri, il corpo è in continua evoluzione e rimodellamento. Non sappiamo ancora la meta finale, ma di certo se la vita ama la vita, è certo che il miglioramento sarà costante, sia in termini di qualità che di quantità di vita.
4) Quali
sono i tipi di conflitto che il nostro bambino interiore può subire?
Non
esiste differenza di conflitto in base all’età , al sesso o alla maturità di
una persona. Queste differenze determinano solo una risposta diversa in base al
percepito di ciascuno e in base alle risorse di cui si dispone. Gli individui sono come un contenitore, più o
meno grande, nel quale i conflitti si riversano e vengono risolti. La risposta
quindi è sempre individuale, ma i conflitti sono e restano sempre di 5 tipi: il
conflitto del boccone, il conflitto di attacco, il conflitto di svalutazione,
il conflitto di separazione e infine quello di territorio. Da ciascuno di questi dipendono tutti i
processi patologici.
Merita
la precisazione che questi conflitti si possono manifestare, e spesso avviene,
sin dal primo giorno della nostra gestazione, per cui si comprendono molte
delle patologie dei neonati, che spesso vengono confuse e definite dalla
Medicina ufficiale come malattie genetiche. Questo non vuol dire confutare che
esistano anomalie genetiche, ma occorre distinguere i processi conflittuali che
attivano la curva bifasica, dalle anomalie strutturali genetiche.
5) Ogni
conflitto ha una fase attiva e una di guarigione. Come riconoscerle?
La
risposta è tecnica e implica la conoscenza delle corrispondenze fisiologiche
tra conflitti e organi correlati così come scoperte da Hamer. In sintesi si può
dire che esistono due tipi di processi fisiologici nel nostro corpo: nel primo
si riscontrano crescite cellulari nella fase conflittuale (di derivazione
embrionale dell’endoderma e del mesoderma antico) seguite dalla fase di
riduzione cellulare nella fase vagotonica (ad esempio i tumori intestinali o
quelli del derma). Nel secondo tipo si ha una necrosi/riduzione del tessuto
nella fase conflittuale (derivazione embrionale del mesoderma recente e
dell’ectoderma) seguite dalla fase di riparazione/crescita nella fase
vagotonica (ad esempio i carcinomi uterini o tutte le patologie della pelle).
Per una risposta esauriente però occorre affrontare lo studio sistematico della Tabella Scientifica pubblicata da Hamer.
Per una risposta esauriente però occorre affrontare lo studio sistematico della Tabella Scientifica pubblicata da Hamer.
6) Per
i bambini vale allo stesso modo?
La
risposta è la stessa per la domanda 4). Ciò che cambia è solo il percepito
conflittuale diverso per un bambino da quello dell’adulto, ma i conflitti sono
sempre gli stessi. Solo una precisazione importante: quando ci sono patologie
nei bambini, specie nella prima infanzia, il percepito conflittuale dipende quasi
esclusivamente da uno squilibrio conflittuale dei genitori.
7) La
nostra mente è uno strumento potentissimo. Abbiamo un potere immenso e nemmeno
ne siamo consapevoli. L’effetto placebo (dalla caramella a Lourdes) è un
processo di cui tutti possiamo essere protagonisti. Ogni processo di guarigione
possiamo dire che sia un’autoguarigione?
Alla
luce di quanto esposto è implicito che il termine guarigione è improprio.
Discende dalla vecchia accezione di malattia, di brutto male, di corpo
stupido. Alla stessa stregua è riduttivo
parlare solo di mente come strumento di guarigione.
Le
scoperte di Hamer ci portano a una riconsiderazione del corpo nella sua
totalità e nei tre componenti principali : Psiche-Cervello-Organo, una realtà
sovradeterminata che si muove in sincronia e governata dalla legge universale che
fa di tutto per rimettere in equilibrio ogni squilibrio. A noi solo la libertà
di scelta e di uscire dalle situazioni conflittuali: “O t’elevi, o te levi”.
Quanto
richiesto in merito al cosiddetto effetto placebo o a quanto riferito alle
situazioni, per lo più ritenute miracolose, di persone guarite nei modi più
disparati o alternativi, apre un discorso molto interessante e che ancora una
volta avvalla le scoperte di Hamer.
In
effetti pochi si chiedono perché molte persone guariscono da malattie, anche le
cosiddette più brutte, scegliendo strade diverse da quelle delle Medicina
Ufficiale. Dalla cura Di Bella all’omeopatia, dai Fiori di Bach all’Aloe, dalla
pranoterapia al metodo Gerson, non ultimi i cosiddetti miracoli di vario stampo
religioso… -(mi fermo perché l’elenco sarebbe lunghissimo). Tutti possono
vantare, con prove alla mano, molte remissioni dalla malattia. Ma, per par
conditio, vale anche l’altro assunto, per cui tutte le terapie, più o meno
ufficiali o riconosciute legali, contano i loro morti.
Ma
allora sorge spontanea la domanda: “Come è possibile che tutti possano vantare a
volte guarigioni e a volte insuccessi?”
La
risposta è nella curva bifasica scoperta da Hamer: chiunque intervenga
positivamente sul processo fisiologico o comunque con un metodo che non
impedisca l’andamento della fase vagotonica, può vantare di avere il merito di
aver guarito. Fondamentale però rimane che l’individuo sia uscito dalla fase
conflittuale o non abbia generato ulteriori conflitti.
Personalmente
ritengo che la parte preminente di intervento positivo sulla fase vagotonica
sia appannaggio della Medicina Ufficiale, ossia del progresso scientifico
medico. Questo vale soprattutto per la parte chirurgica adottata dalla scienza
medica. Per questo il sogno di chiunque abbia avuto modo di conoscere le Leggi
Biologiche rimane che un giorno la Medicina Ufficiale metta a disposizione il
proprio bagaglio di strumenti terapeutici alla nuova visione del corpo umano
nella sua completezza.
A
quanto sopra occorre aggiungere, per completezza di risposta, come la
componente energetica vibrazionale, che si chiami effetto placebo o miracolo,
trovi il suo posto in questo nuovo paradigma. E la risposta la troveremo solo
quando la Scienza riduzionistica di laboratorio avrà allargato e integrato gli
orizzonti di ricerca alla componente vibrazionale dell’individuo.
E’
lo stesso percorso per cui le scoperte di Einstein hanno trovato posto nella fisica
quantistica, mentre le scoperte di Hamer vengono ancora denigrate e condannate.
Ma il percorso dei due scienziati è di fatto lo stesso: il primo ha scoperto
che la materia non è composta solo da particelle, ma anche di vibrazioni, e
queste sono onde. Il secondo ha scoperto la stessa cosa per il corpo umano: non
è fatto solo di tessuti, ma anche di vibrazioni emozionali, e queste sono il
processo bifasico a onda.
Si
tratta di attendere che qualcuno se ne
accorga, ma il tempo è galantuomo. Trattandosi però della salute della persona
c’è da sperare che oltre ad essere “galantuomo” sia anche un po’ più… veloce.
8) La
politica del terrore a volte portata avanti dai medici che sponsorizzano
farmaci e diagnosi preventive, possono creare un effetto nocebo?
La
risposta è ovviamente affermativa, ma non condivido il termine “politica del
terrore”. E’ chiaro che un medico che non conosce le Leggi Biologiche, ma ha
solo la visione di un corpo maligno, si sforzi giustamente e in buona fede di paventare il peggio a un paziente se
non interviene preventivamente. E dal
punto di vista clinico è anche vero che prima si interviene prima si hanno
maggiori margini di manovra per eliminare ciò che si ritiene maligno, specie
utilizzando la terapia chirurgica. I risultati in questo senso avvallano la
medicina preventiva.
A
mio avviso va quindi compreso e giustificato l’operato di questo approccio.
Solo quando saranno cambiati i termini del linguaggio e della comprensione del
corpo umano si potranno comparare scelte terapeutiche utili come preventive o
di accompagnamento della fase vagotonica, ma con esclusione dell’aspetto più
pesante vissuto ai giorni nostri: la paura del paziente.
9) La
disciplina nel lavorare su se stessi sembra un’impresa ardua. L’autosservazione
che aiuta a riconoscere ciò che accade dentro di noi è come una luce che ci
permette di mettere a fuoco le dinamiche che portano alla malattia. Come mai
troviamo delle resistenze in questo? Come possiamo superarle?
Se
fossi un politico risponderei : “Grazie della domanda”. In effetti rilevare la difficoltà di
assumersi la responsabilità del nostro corpo e del suo equilibrio è il cuore e
la rivoluzione più epocale delle scoperte di Hamer. Succede a tutti coloro che hanno la
possibilità di conoscere queste leggi: si viene subito presi dal fuoco sacro di
divulgare e dalla presunzione di passare agli altri in modo veloce questa
fortuna. Poi ci si rende conto che per molti non è facile abbandonare la più
comoda e gratuita strada della delega, così come per molti risulta difficile
mettersi in gioco e assumersi la responsabilità di partecipare attivamente alla
soluzione dei conflitti: più comodo delegare, anche perché per molti è più
facile soffrire che cambiare.
Mi
riferisco a quanto sinora viene attuato nell’ambito medico: un disagio, un
dolore e l’ignoranza di quanto accade nel nostro corpo diventano subito un
motivo per correre dal medico, tirare fuori il nostro portafoglio, sino alla
pretesa di essere guariti, compresa la possibilità di denunciare il medico se
non si è dimostrato abbastanza capace.
E’
la stessa cosa che facciamo con la nostra auto quando si rompe: si va dal
meccanico, si aspetta che lui ripari, si paga, e più soldi si hanno più si
pensa di essere in diritto di ottenere il meglio.
Ma
per il corpo e la nostra salute le regole sono diverse. La conoscenza dei
processi conflittuali ci rende responsabili del processo bifasico e una volta
conosciuta la causa che determina la sua attivazione, al medico senz’altro
andrà il compito di assisterci con l’ausilio delle conoscenze e degli strumenti
scientifici migliori, ma a noi resta l’onere di saperci spostare dalle
situazioni conflittuali e riportarci nell’equilibrio di una vita condotta in
modo bio-logico, logico-per la vita.
La conseguenza logica è constatare l’errore
contenuto nell’art.32 della nostra Costituzione, dove si sostiene che la salute
è un diritto della persona. Mi spiace, la salute è un dovere per ciascuno di
noi, il diritto si ferma al fatto di venire curati, che è un’altra cosa.
Per
quanto esposto risulta chiaro perché nella copertina dei due primi libri che ho
scritto “Grazie dottor Hamer” e “Grazie ancora
dottor Hamer” ho indicato la destinazione nei sottotitoli: “Non ancora per tutti” e “Solo per pochi”. Nulla
di presuntuosamente esclusivo e riservato, ma solo la constatazione che le
scoperte di Hamer implicano da parte di ciascuno di noi una nuova assunzione di
responsabilità nella gestione della salute, possibile solo per chi si rende
disponibile a fare un percorso di conoscenza e di libertà.
In
sintesi queste scoperte sono destinate a un essere umano nuovo che sta nascendo
e che col tempo si andrà sempre più specificando, sia come paziente che come
medico, due figure che un giorno collaboreranno insieme per gestire la salute,
senza più paura per il primo e senza più regole di protocollo per il secondo:
la rivalutazione dell’individuo e della sua unicità, molto lontano dalla
globalizzazione di un sistema che tende a classificare prima le malattie e poi
la persona.
In
attesa che la massa critica si sviluppi e si consolidi per determinare una
maggiore diffusione di questa rivoluzione di pensiero, si tranquillizzino tutti
i denigratori delle teorie di Hamer: ci vorranno molti anni perché questo
accada. Ma sono convinto, e i fatti lo dimostrano, che il processo di
divulgazione, seppur lento e ostacolato, è diventato ormai inarrestabile e
sempre più medici stanno verificando la bontà scientifica di queste scoperte.
Ma esiste un sistema sovrastrutturato a livello economico e di potere che è
spaventato da questa diffusione e utilizza ogni mezzo mediatico per contrastare
e rallentare la divulgazione. La ragione
è semplice: se invece di continuare a usare gli stracci per asciugare un
pavimento, qualcuno vi invita a chiudere prima il rubinetto… quelli che vendono
stracci si arrabbiano un po’.
Da più di 30 anni assistiamo a continui e
ripetuti attacchi mediatici architettati con accuse false e con notizie che,
anche volendo escludere la malafede, dimostrano la totale ignoranza delle scoperte di Hamer.
Recentemente
abbiamo assistito a più riprese a una campagna mediatica denigratoria a 360
gradi riportando notizie assurde su un presunto metodo Hamer, e imputando a quest’uomo assurde e inventate terapie,
come l’utilizzo di pozioni di verdure, di ricotta e soprattutto un suo presunto
divieto di utilizzo di terapie.
Il massimo del fango gettato su quest’uomo è stato leggere un articolo di stampa
dove si riferiva del suo cottage in
Norvegia con due mercedes posteggiate. Bene, il cottage è una modesta casetta
di legno dove lui vive e le due mercedes sono due auto, una immatricolata nel
1978 e l’altra uguale di pochi anni
dopo. Trattasi la prima della sua auto risalente ai fatti della morte del
figlio, piena di ruggine e con dei buchi nel pianale dai quali esce aria (lo
posso testimoniare in quanto ci sono salito, ahimè, d’inverno). La seconda (stesso
modello ma di colore nero) gli è stata regalata dopo la sua detenzione nel
carcere a Parigi. Ma lui, nonostante le
condizioni, ha voluto rimettere in sesto la prima per un legame affettivo.
Posso altresì testimoniare come, oltre a vivere una sorta di esilio coatto, all’età
di 83 anni viva in uno stato di totale povertà utilizzando solo i proventi
della vendita dei suoi libri e se qualcuno va da lui per farsi visitare non
vuole alcun compenso, al massimo vi chiede la vostra… Tac per motivi di studio
e accetta un’offerta per i suoi libri.
L’occasione
di questo spazio è propizia per ribadire un concetto più volte espresso, ma
volutamente inascoltato: le leggi
biologiche non costituiscono alcun
“metodo Hamer”, queste ci
forniscono finalmente la scoperta delle cause biologiche delle malattie e
l’intervento terapeutico rimane e resta quello della Medicina Ufficiale, solo
rinnovato e integrato con la conoscenza della curva bifasica.
A
riprova dell’intento solo persecutorio verso queste scoperte posso citare come
il sottoscritto, insieme ad altri ricercatori medici, di fronte all’invito da
parte di più emittenti televisive o testate di giornali a esporre il presunto metodo Hamer, ci sia stato impedito
di parlare del contenuto delle scoperte, ma solo di pronunciarci sul fatto se
era giusto o meno fare chemioterapia.
La
chemioterapia, così come la radioterapia, l’utilizzo di molti farmaci e non
ultima la chirurgia sono tecniche terapeutiche, più o meno invasive e più o
meno efficaci, ma non hanno nulla a che vedere con le scoperte di Hamer. Lui,
personalmente, osteggia la chemioterapia, ma su questo occorrerà riconsiderare
vantaggi e svantaggi di questa pratica terapeutica, cosa del resto che sta già
avvenendo nella ricerca medica per ridurre gli effetti collaterali. Il problema
rimane riconsiderare ogni tipo di intervento terapeutico alla luce della nuova
riconsiderazione della malattia: non si combatte contro il corpo, ma si
accompagna nel suo processo bifasico.
10) Possiamo trovare un nesso tra la NM
e l’epigenetica, di cui parla Bruce Lipton nei suoi scritti?
Alcuni
anni fa scrissi un articolo che riportava le sorprendenti assonanze tra gli
studi di B. Lipton e Hamer.
Il
primo, in sintesi, ha dimostrato che le variazioni e le evoluzioni all’interno
della cellula non dipendono dai costituenti cellulari, né tanto meno dal suo
nucleo, ma solo ed esclusivamente dagli influssi esterni sulla membrana
cellulare.
Basta
sostituire i termini: cellula con il corpo umano, influssi esterni con i
conflitti biologici, variazioni cellulari con i processi patologici e
ritroviamo esattamente tutte le scoperte di Hamer.
Non
resta che attendere il giorno in cui Bruce Lipton si accorga di queste
assonanze e si faccia portatore dell’importanza delle sue scoperte integrate a
quelle di Hamer, per aggiungere un tassello fondamentale alle verifiche
scientifiche dei due.
11) Quale lampadina ci puoi lasciare
grazie alla tua esperienza?
Dopo
anni di studio delle scoperte di Hamer non posso che considerarmi un fortunato,
insieme a tutti coloro che hanno potuto fare altrettanto. Non sono medico, mi
considero solo un ricercatore e fortunato di aver fatto parte di un gruppo di
studio sulle leggi biologiche. Per comprendere questa materia è sufficiente
disporre di semplici nozioni di anatomia e fisiologia, rimanendo esclusive
della figura del medico la diagnosi e la terapia. Per questo ho voluto dare
il mio contributo e testimonianza con la
pubblicazione di tre libri, nei quali mi sono proposto di passare a tutti in
modo semplice questi scoperte.
Quello
che mi sento di dire a coloro che si approcciano per la prima volta a questo
studio, è di predisporsi con il massimo scetticismo e di non credere a nulla di
quanto leggeranno sulle teorie enunciate; ciò che deve essere fatto è la
verifica reale sui casi.
Lo
studio e la verifica saranno più facili se si parte dalle cosiddette patologie
più semplici (il perché di un raffreddore o il perché di una dermatite) per poi
passare a includere anche le malattie più serie, tumori compresi. Sarà come
comporre un puzzle di migliaia di pezzi, ma tutto si incastra alla perfezione
per arrivare alla conclusione del quadro splendido e armonioso di un corpo
perfetto e ordinato, regolato dalle leggi della Natura che non prevedono alcuna
presenza di cellule autoimmuni che si rivoltano contro di noi e né tanto meno
della presenza del maligno.
Grazie
Claudio!
Claudio Trupiano ha una laurea in Giurisprudenza e una nel Corso
di Laurea in Farmacia con specializzazione in Tecniche Erboristiche. E'
docente, socio fondatore e membro del Consiglio Direttivo di ALBA (Associazione
Leggi Biologiche Applicate), che si occupa di studiare, verificare e diffondere
le leggi biologiche scoperte da Hamer mantenendone l’integrità.
Per
chi volesse contattarlo ecco l’indirizzo email: infoclaudiotrupiano@gmail.com
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