La Lampadina del Giorno 106 - 15 aprile 2016

Pensiero Sofferente
Ora, la cosa importante da capire è che il pensiero che produce sofferenza non è volontario.
Nessuno infatti si produce intenzionalmente della sofferenza, perchè ciò va contro l'universale programma genetico di sopravvivenza.
Quante volte avremmo voluto dormire e siamo stati invece tenuti svegli da pensieri piacevoli e addirittura dolorosi!
Quante volte non vorremmo pensare a cose piacevoli e siamo nella condizione di non potere farne a meno! Quante volte non vorremmo pensare a ciò che abbiamo perduto, ai nostri insuccessi, alle nostre delusioni, ai nostri errori, e non ci riusciamo!
Quante volte non vorremmo pensare al nostro futuro, alle prove che ci attendono, ai pericoli che correremo, alla fine che potremmo fare, e non siamo capaci di sottrarci a questi pensieri!
Non siamo capaci di fare a meno di avere pensieri che ci fanno soffrire!
Contro la nostra volontà!
Ma come avviene che noi ci produciamo da noi stessi la sofferenza psichica, sia pure involontariamente?
Come avviene che noi produciamo pensiero volontario?
Perchè lo produce automaticamente la nostra memoria (inconscio).
Il pensiero involontario infatti altro non è che la manifestazione della tensione derivante dai traumi (aggressioni, ansie, paure, perdite, insuccessi, insicurezze, ecc.) registrati nella nostra memoria.
Le aggressioni, le ansie, le paure, le perdite, gli insuccessi, le insicurezze che noi abbiamo vissuto rimangono incisi nella nostra memoria e si ripresentano sotto forma di pensieri che richiamano e riproducono quelle emozioni.
La cosa che bisogna assolutamente capire e non dimenticare mai è che il pensiero che ci dà sofferenza è il prodotto automatico della tensione reggistrata nella nostra memoria.

Tratto da Come diventare un Buddha in cinque settimane di Giulio Cesare Giacobbe

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