La Lampadina del Giorno 125 - 04 maggio 2016

Pinocchio
"Pinocchio è un nome composto dai due termini “pino” e “occhio”. Il frutto del pino, la pigna, nell’esoterismo ha sempre indicato la ghiandola pineale (la quale si chiama così proprio perché ha la forma di una pigna, dal lat. pinea), una ghiandola che corrisponde al »terzo occhio« nella fisiologia esoterica. 
Pinocchio rappresenta quindi il processo di apertura del terzo occhio, la capacità di vedere oltre la forma.
Il Padre, Geppetto, ne è il Creatore, infatti non è un vero padre nel senso comune del termine, ma Colui che lo trae dalla materia e gli dà forma. Lo scolpisce nel legno, lo crea burattino, cioè un essere “meccanico”, “addormentato”, come direbbe Gurdjieff, in grado di parlare e camminare, ma non dotato di coscienza, quindi non ancora umano.
Appena creato, Pinocchio diviene subito ingestibile, in quanto non ha ancora ritrovato né la sua anima (la Fata Turchina) né tantomeno il Padre, dal quale dovrà prima separarsi per conoscere le insidie del mondo, proprio come accade al figliol prodigo nell’omonima parabola evangelica. Lungo il suo cammino iniziatico imparerà a conoscersi, a gestire il corpo, le emozioni e la mente, sorvegliato a distanza dalla sua anima, la quale – nonostante le menzogne del burattino – lo aiuterà nei momenti più bui e lo rimetterà sulla “retta via”.
Notare che il libro ebbe grande successo popolare, ma l’allora imperante perbenismo (1883, anno della pubblicazione) della critica letteraria ne sconsigliò la lettura ai ragazzi “di buona famiglia” per i quali, taluno soggiunse, “poteva trattarsi d’una perniciosa potenziale fonte d'ispirazione”."
Salvatore Brizzi

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