La Lampadina del Giorno 131 - 10 maggio 2016

Relazioni (La danza sacra)
"Esistono molti miti e molte leggende sulla creazione che raccontano come la forza Divina originaria creò due Esseri dalla sua essenza. Questi due Esseri, a loro volta, continuarono nella creazione di Tutto Ciò Che E'.
Secondo questa visione i principi spirituali di base della creazione sono l'unità -l'unità di tutto ciò che è; la dualità-l'uno che esplora se stesso attraverso le tensioni degli opposti; e la molteplicità- la reiterazione della danza della creatività in forme complesse e meravigliose.
Le relazioni ci consentono di riscoprire la danza originale dei due che di fatto sono uno.
Il movimento è sempre rivolto alla riscoperta dell'armonia e dell'unità per scoprire poi che esiste anche la disarmonia e la dualità perchè i due ora sono diventati Esseri individuali e unici. La chiave di questa danza si trova proprio nell'equilibrio e nel saper fluire dall'unità alla dualità e viceversa.
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La Danza di Shiva e Shakti
Vi sono tre movimenti principali:
Il primo movimento tende sempre verso l'armonia e l'unità.
Due persone si attraggono e cercano di scoprire le loro affinità. Questo è il movimento verso la forza divina o il movimento dei due che cercano lo stato originario di unità. Poichè tale movimento va verso la divinità, questa fase della relazione è sempre statica, gioiosa e creativa, c'è quando i due Esseri sentono scorrere la luce e l'energia tra di loro. in questa parte della danza sacra essi si scoprono l'un l'altro e trovano le parti migliori di sè riflesse nell'altro.
Il secondo movimento allontana sempre dall'unità portando alla separazione.
L'Uno si fa due, ognuno ritorna a percepirsi separato e unico. In tale fase della danza relazionale le due persone scoprono quali sono le loro diversità e poichè in tale stadio della relazione ci si allontana dalla Fonte Divina andando verso la separazione e la dualità, spesso è qui che compaiono rabbia e ansia e il bisogno di esercitare il controllo per mantenere la somiglianza.
Ciò avviene perchè nella nostra cultura spirituale abbiamo paura della dualità. La consideriamo qualcosa di negativo, lottiamo per la coscienza dell'unità e cerchiamo sempre di portarci al di là della dualità. Tuttavia non possiamo andare al di là di essa se la nostra identità è unica e separata. Essere coscienti è essere consapevoli della danza ed essere capaci di lasciarsi andare e di gioire in essa, sapendo che il flusso tra questi due stadi dell'Essere va e viene di continuo.
Ciò implica che in ogni relazione dobbiamo essere pronti a sperimentare periodi di discordia. 
Potrebbero manifestarsi rabbia, frustrazione e altre energie negative, che devono essere gestite con garbo, sapendo che, così gestite non saranno distruttive. Questo è ciò che chiamiamo il lato oscuro della relazione., esso sarà sempre presente. Sarà il modo in cui verrà gestito e integrato a determinare la qualità della relazione. ...
Il terzo e ultimo movimento riconduce sempre all'unità e all'armonia.
I due riscoprono nuovamente, attraverso i loro percorsi separati, di essere di fatto uno. Infatti si riconoscono nell'altro ritrovando la loro unità, e dato che hanno imparato qualcosa di più su se stessi e sull'altro, adesso si riuniscono in una più alta spirale di evoluzione e consapevolezza. Avendola appresa non c'è più bisogno di tornare a ripetere questa specifica cosa, poichè è così che, all'interno di una relazione, nascono schemi distruttivi. I danzatori cosmici provetti sanno come lasciare andare e spostarsi a nuovi livelli di danza sperimentale, mantenendo la relazione sempre in una condizione di crescita e movimento nuovo."
Tratto da L'avventura Indaco Cristallo di Celia Fenn

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