La Lampadina del Giorno 14 - 14 gennaio 2016

Identità
La Lampadina di oggi è dedicata ad un quesito posto da Mauro Mattarello:
Un quesito che IO ritengo importante è: “Cosa voglio per me stesso? Quale è il mio scopo nella vita?” Penso che a questa domanda possano essere date più risposte.
Una risposta puntuale potrebbe coincidere con il lavoro, la professione che uno vorrebbe fare. Da qui lo spunto di riflessione che è a sua volta un quesito: “In che misura siamo ciò che facciamo?” Una risposta potrebbe essere “Il lavoro traduce in azione l’essere di una persona e quindi uno potrebbe sperimentare l’ IDENTITA’ DI SE STESSO attraverso il lavoro”. Naturalmente col beneficio e la consapevolezza che un uomo non è solo il lavoro di impiegato, insegnante nelle scuole o operaio…
Una risposta meno puntuale e più filosofica circa il cosa si vuole per se stessi e quale sia lo scopo nella vita potrebbe riguardare la crescita spirituale, il desiderio e la tensione nel migliorare se stessi al fine di realizzare un’ immagine di sé che possa coincidere con l’IDEA PRIMA del nostro ESSERE. Un’ IDEA insita in noi ma che va ridestata, ricordata, nello sforzo di giungere a riconoscere la propria IDENTITA'.


Grazie Mauro per il tuo spunto molto interessante con il quale do vita alla lampadina di oggi.
Il concetto di identità è stato affrontato nella storia numerose volte, la prima risposta che mi arriva è la citazione di Pirandello "Uno, Nessuno, Centomila".
L'identificazione con un ruolo però è un gioco dell'ego, il quale ha bisogno di certezze a cui aggrapparsi per poter esistere.
Il lavoro è uno dei primi ruoli con cui ci si può identificare, come anche il ruolo sociale o in famiglia e poi passando al lato prettamente materiale la casa, la macchina, i vestiti o gli oggetti che abbiamo.
Ma siamo sicuri di essere tutto ciò? O stiamo dimenticando qualcosa?
Siamo anime incarnate in un corpo fisico per sperimentare e fare esperienza dell'amore divino, per dare modo alla coscienza universale di espandersi, siamo entità di luce che vivono in un tempo fuori dalla linearità mentale passato-futuro, come possiamo "limitarci" e identificarci con una mansione lavorativa?
La crescita spirituale non è tanto, a mio parere, un'idea da ridestare per giungere a riconoscere la propria identità.
E' qualcosa di più profondo, poichè va oltre l'aspetto prettamente intellettuale.
L'anima non ragiona, l'anima sa.
Si passa dal capire o cercare di capire al sentire, dall'aspetto mentale alla percezione diretta.
L'ego fa di tutto per impedire il risveglio poichè questo significherebbe la sua morte.
Ma è una questione di pratica quotidiana che consta nell'esercizio della presenza, quindi dello stato mentale dell'essere nel qui ed ora, e nel lasciare andare tutte le identificazioni per tagliare le catene che impediscono all'anima di esprimersi per quello che è.
Non parlerei più di lavoro quindi ma di missione o scopo divino.
E a questo punto "qual è il mio scopo nella vita"?
Facendo spazio nella mente e liberandoci da tutti i condizionamenti ("buttando la spazzatura" cit.) permettiamo alle intuizioni e alle idee ispirate di venire a noi ma soprattutto permettiamo a noi stessi di Essere e svolgere il compito per cui abbiamo scelto di incarnarci su questo pianeta in questa vita.

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