La Lampadina del Giorno 143 - 22 maggio 2016

Vuoto mentale
"Il vuoto mentale è molto utile perchè ci permette di eliminare la tensione, cioè la sofferenza, presente normalmente nella nostra mente.
Un Buddha è uno che vive tendenzialmente nel vuoto mentale.
Occorre tuttavia che tu ti chiarisca due cose, al riguardo.
La prima è che il vuoto mentale non deve essere ricercato ossessivamente.
Infatti questo genererebbe tensione, invece di eliminarla. La seconda è che il vuoto mentale non può essere mantenuto sempre.
Tu non ti devi fare l'idea errata che per diventare un buddha devi smettere definitivamente di pensare, cosa non solo impossibile ma addirittura pericolosa.
Semplicemente il pensiero non va usato inutilmente ma soltanto nei casi in cui esso serve davvero, in cui è utile al nostro benessere o addirittura alla nostra stessa sopravvivenza.
Infatti da una parte è praticamente impossibile smettere definitivamente di pensare, perchè il pensiero involontario si forma automaticamente, dall'altra pensare ci serve per risolvere i problemi pratici. ...
Lo stato di buddhità consiste più precisamente in uno stato mentale in cui il pensiero è usato volontariamente ed è limitato alla soluzione di problemi pratici e, quando esso travalica questa sua finalità naturale e si produce automaticamente a causa di una spinta nevrotica, è contenuto e attenuato, perchè la coscienza, l'Io, rimane al suo esterno nella posizione del Nobile Distaccato Osservatore.
Dunque in definitiva, il controllo della mente consiste in tre metodiche: 
1) concentrazione sul respiro fino al vuoto mentale; 
2) osservazione distaccata del pensiero; 
3) uso del pensiero volontario."
Tratto da Come diventare un buddha in cinque settimane di Giulio Cesare Giacobbe

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