Tempesta di dolore
Si soffre
tanto quanto è aperta la ferita in noi. Che sia una scheggia o una voragine.
Ma questo è
indice di quando poco ci amiamo, di quanto poco colmiamo d'amore quella ferita.
Non con
amore che arriva da fuori ma da dentro di noi
Il confronto
con l'altro può far male se e solo se non riconosciamo lo specchio che ci
offre.
Se guardiamo
a cuore aperto possiamo riconoscere l'Uno che parla attraverso l'altro e
vederne la bellezza. La sofferenza in genere è segno che qualcosa non va, siamo
qui per trasmutare.
Siamo qui
per Essere amore.
Non siamo
qui per soffrire.
Il dolore è
un segnale ed è da ascoltare ma solo per poterlo trasformare in fuoco e per
trasformare tutto dentro di noi
È difficile
si ma diciamo meglio che non sempre è facile e ci vuole soprattutto tutta una
vita di pratica.
Ma siamo qui
perché possiamo farlo e ne abbiamo gli strumenti.
L'identificazione
con la mente è il primo ostacolo.
Siamo Esseri
di Luce in un corpo fisico.
La tempesta
fa paura alla macchina biologica e noi quando identificati con essa ci
ritroviamo limitati.
Ricordiamoci chi siamo e possiamo anche ballare
trasformando la tempesta in una festa.
ps: Questa lampadina nasce unendo risposte che ho dato ad un post in un gruppo che amministro su fb in cui si chiedeva se poteva esistere un limite equo alla sofferenza data dal confronto con l'altro.
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