La Lampadina del Giorno 304 - 30 ottobre 2016

Desideri, amore e libertà

“Ero più giovane, allora, e mi accadde di conoscere un uomo che aveva settantacinque anni. Portava i capelli lunghi e una barba bianca. Era un vero sannyasi. 
Un giorno, dopo aver ascoltato alcuni miei discorsi, venne a trovarmi e mi disse: «Ho lasciato la mia casa cinquant’anni fa. Facevo il giudice. Mi occupavo di processi a ladri, assassini, criminali, affaristi imbroglioni. Una mattina mi resi conto di che cosa stavo facendo, e mi domandai: «Ma che cosa sto facendo? Io non so che cos’è la verità. Allora come posso mettermi a giudicare gli altri?». Così riunii la mia famiglia e dissi: «Smetto di lavorare. Vi lascio tutto il denaro che ho e tutto quello che posseggo. Mi ritiro a meditare in solitudine in qualche angolo sperduto della terra: voglio scoprire che cos’è la verità. Passarono molti anni. Poi un giorno», continuò a raccontarmi «venni ad ascoltare lei e mi resi conto che non avevo fatto altro che autoipnotizzarmi». Essere capace di dire, a settantacinque anni, che si era autoingannato per cinquant’anni. 
Capite che cosa significa? Così parlammo... 
Ora stiamo dicendo le stesse cose: è necessario mettere da parte desideri, volontà, ideali, illusioni, immagini. 
La libertà della mente deve essere totale. Allora affiora l’amore che è imperituro, incorruttibile. L’amore non è attaccamento, capite?”

Jiddu Krishnamurti

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