Il doppio
"«Vi ho detto che Genaro è
venuto per mostrarvi qualcosa: il mistero degli esseri luminosi come sognatori.
Volevate sapere del doppio. Il doppio ha inizio nei sogni. Ma poi avete
chiesto: “Che cos’è il doppio?” E vi ho detto che il doppio è l’io stesso. L’io
sogna il doppio. Questo dovrebbe essere semplice, a parte il fatto che nulla di
quanto ci riguarda è semplice. Forse i sogni comuni dell’io sono semplici, ma
questo non significa che l’io sia semplice. Una volta che ha imparato a sognare
il doppio, l’io arriva al suo bivio fatale, e viene il momento in cui ci si rende
conto che è il doppio che sogna l’io.»
Avevo scritto tutto quello
che veniva dicendo. Avevo prestato molta attenzione alle sue parole, senza però
riuscire a capirle.
Don Juan dovette ripetere:
«La lezione della notte scorsa, come vi ho detto, era sul sognatore e sul
sognato: chi sogna e chi è sognato da lui».
«Scusatemi» dissi. Entrambi
scoppiarono a ridere.
«La notte scorsa,»
continuò don Juan «avete quasi scelto voi di svegliarvi nel luogo di potere.»
«Cosa volete dire, don
Juan?»
«Questa sarebbe stata
l’azione da guerriero. Se non vi foste lasciato andare stupidamente, avreste
avuto sufficiente potere per far inclinare la bilancia, e senza dubbio vi
sareste spaventato a morte. Fortunatamente o sfortunatamente — a seconda — non
avevate sufficiente potere.
Difatti avete sciupato il
vostro potere in un ignobile sperpero, tanto da non averne quasi più abbastanza
per sopravvivere.
«Quindi, come potete
capire benissimo, abbandonarvi ai vostri piccoli sotterfugi è per voi non solo
stupido e dissipatore, ma pericoloso. Un guerriero che si prosciuga così non
può vivere.
Il corpo non è un aggeggio
indistruttibile. Potevate farvi molto male. Non è stato così, semplicemente perché
Genaro ed io abbiamo distolto una parte dei vostri malanni.»
Quelle parole cominciarono
a impadronirsi di me con tutto il loro peso.
«La notte scorsa Genaro vi
ha guidato attraverso il groviglio di misteri del doppio» aggiunse don Juan.
«Solo lui può farlo per voi. E quando vi siete visto coricato a terra, non era
una visione o un’allucinazione. Ve ne sareste potuto accorgere con estrema
chiarezza se non aveste sciupato potere lasciandovi andare, e avreste allora potuto
capire che voi stesso siete un sogno, che il vostro doppio vi sta sognando,
nello stesso modo in cui voi l’avete sognato la scorsa notte.»
«Ma come può essere
possibile, don Juan?»
«Nessuno sa come ciò
accade. Sappiamo soltanto che accade. Questo è il mistero di noi, esseri luminosi.
La notte scorsa avete avuto due sogni, e avreste potuto svegliarvi nell’uno e
nell’altro, ma non disponevate di potere sufficiente per capirlo.»"
Tratto
da L’isola del Tonal di Carlos Castaneda
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