La Lampadina del Giorno 325 - 20 novembre 2016

Preoccuparsi

Analizziamo la parola pre-occuparsi, occuparsi prima di qualcosa. Sui vocabolari possiamo vedere che la parola indica il trovarsi in uno stato di inquietudine, di apprensione, di ansia per qualcosa o qualcuno.
Ora la domanda che mi pongo è: serve pre-occuparsi? In quale stato d’animo mi trovo quando mi pre-occupo? Dov’è la mia mente quando mi pre-occupo? Nel presente? Non credo.
La mente è proiettata su un futuro non ancora realizzato, su accadimenti che potrebbero avvenire come no. Ma portiamo attenzione ai pensieri che ci portano alla pre-occupazione: sono pensieri felici?
A volte, solo a volte, può essere funzionale per l’organizzazione di un progetto, di un evento futuro, in modo da non trovarci impreparati. Ma quando diventa uno stile di vita? Quando inizia a far parte del nostro modo di essere?
I pensieri carichi di preoccupazione sono pieni di ansia e paura. Questo limita il nostro processo creativo, limita le soluzioni che possiamo trovare per un problema.
La mente preoccupata pensa a ciò che potrebbe andare storto, pensa a ciò che di più brutto potrebbe accadere. La mente preoccupata è attiva, è viva, e noi nel frattempo disperdiamo energia dietro a tutto ciò.
Possiamo evitare le pre-occupazioni? Si.
Serve un atto di volontà, serve auto osservarci per riconoscere le dinamiche interiori.
Se abbiamo un problema, pre-occuparsi non serve a nulla se non a peggiorare la situazione. Questo perché disperdiamo energia nutrendo ciò che ci arreca sofferenza: la paura, e l’universo che funziona per risonanza cosa ci può portare?
Se esiste un problema e siamo intenzionati a trovarne soluzione, lasciamo aperte le porte alle intuizioni, lasciamo che esse arrivino in uno stato di quiete.

Liberiamoci dalle catene dell’ansia e della paura. Ricordiamoci di noi.

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