La Lampadina del Giorno 337 - 02 dicembre 2016

Non sono più Io che vivo

“C'è un certo modo di mettere la questione che non è esattamente "commerciale".
La Via Cristiana non è un corso di auto-miglioramento né di crescita personale e non serve a farti "stare meglio".
Tu non devi "stare meglio", tu devi farti da parte, sparire.
La Veglia Incessante prescritta da Gesù è ciò che oggi viene chiamata Presenza.
Per venderti i corsi e i libri noi relatori e scrittori diciamo che TU devi essere presente, sforzarti di essere presente. 
Che attraverso la Presenza porterai Gioia e consapevolezza nella tua vita. E all'inizio può sembrare che sia così: ci sei TU che ti sforzi di essere attento, attenta mentre passi sotto ad una porta, mentre compi alcuni gesti. E magari questo ti porta dapprima un senso di stabilità e di maggiore centratura. Ma questo è solo una specie di "riscaldamento".
La verità è che la Gioia Piena cui conduce questa Presenza incessante coincide sotto vari punti di vista con il tuo ANNIENTAMENTO.
Forse in altre Vie ci sono delle "meditazioni" che servono a stare meglio. Ma in accordo alla frequenza della Via del Cristo la Presenza vera e propria non è altro che l'esposizione ad una Fiamma che è sì, Amore, ma che ugualmente ti consumerà poco a poco. 
Fuori dalla fase di marketing, ci si deve rendere conto che la Presenza di cui parliamo è Presenza di qualcosa che è ASSOLUTAMENTE ALTRO, rispetto a te, a ciò che ora chiami "IO". 
E' Presenza del Cristo, della Frequenza Cristica attraverso la tua carne.
La scrematura tra chi cercava un corso per "sentirsi meglio" e chi intende percorrere l'Imitazione del Cristo si ha spontaneamente non appena si comincia a smettere di giocare e a perseverare in una Presenza Incessante. Confermo quanto ho sempre affermato: questa è la Via per una Gioia Perfetta, e la Gioia è il compimento del Vangelo. Ma questa Gioia si compie esattamente consumando ciò che ora credi di essere e si manifesta come un Fuoco che dapprima BRUCIA.
A un certo punto conservare la Presenza produce un dolore protratto che può essere sentito nella carne e che rievoca la sensazione di essere bruciati. Qui il seminarista della domenica a caccia di "wellness" se la darà a gambe.
E' ciò che nel linguaggio esoterico adoperato da San Paolo viene chiamato la partecipazione ai "dolori del Cristo Crocifisso".
ATTENZIONE: ciò non ha nulla a che vedere con la mortificazione o la ricerca della sofferenza fine a se stessa. E' sempre giusto godere di tutto ciò di buono che la vita ci offre in ogni momento: lo stesso Gesù non si precludeva di godere e di gioire di ogni aspetto della vita, pur senza mai deviare dal tracciato della sua Missione.
E' un fatto interiore: il protrarsi della Presenza finirà col bruciare, portando allo scoperto la sofferenza primeva dovuta alla Separazione.
Solo una volta attraversata questa fase, giungiamo al coronamento della Via del Cristo, alla Gioia Piena, che coincide tuttavia non con il "miglioramento" della personalità, ma con la sua estinzione. Ciò non è a ben vedere un reale morire né un votarsi alla sofferenza: è al contrario la consunzione di quella "maschera" che ci manteneva schiavi della sofferenza e un accedere alla Vera Vita del Regno attraverso il pieno essere permeati dalla Frequenza del Cristo.
Scrisse l'Apostolo, al termine del suo cammino:
"In realtà mediante la legge io sono morto alla legge, per vivere per Dio. Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me."
-Gal 2, 19-20
Qui non parliamo di scegliere la sofferenza piuttosto che la Gioia. 
Se la tua Gioia è realmente piena, nessuna Croce verrà imposta sulle tue spalle. Ma se ora soffri, per qualunque motivo esterno o interno, trasforma questa sofferenza in Presenza e bevi il tuo calice sino all'ultima goccia per entrare nella Vita Eterna.
Se sei innamorato, se sei innamorata della Sua Gioia, percorri la Sua Via: osa ciò che Lui ha osato.”

Alessandro Baccaglini

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