Identificazione con la macchina biologica
“Gran parte del
nostro stato di sonno (inconsapevolezza) dipende dal nostro identificarci con
la macchina corpo, con le sue abitudine acquisite, con le sue funzioni, e con
tutto il materiale assimilato (meccanicamente) presente nei suoi centri
inferiori.
Lo sviluppo dell'attenzione cosciente segna l'inizio di una lunga serie di tentativi riguardo al processo di risveglio e della non identificazione, dato che la "macchina" non è capace di reale attenzione. L'attenzione è un fenomeno relativo al vero Sé.
Nella misura in cui siamo capaci di attenzione, di presenza, e poi, più avanti, di consapevolezza, possiamo avere un termine di paragone per comprendere quanto siamo identificati e condizionati dalla macchina corpo e dai suoi riverberi nei centri inferiori...pieni di materiale condizionato.
Lo sviluppo dell'attenzione cosciente segna l'inizio di una lunga serie di tentativi riguardo al processo di risveglio e della non identificazione, dato che la "macchina" non è capace di reale attenzione. L'attenzione è un fenomeno relativo al vero Sé.
Nella misura in cui siamo capaci di attenzione, di presenza, e poi, più avanti, di consapevolezza, possiamo avere un termine di paragone per comprendere quanto siamo identificati e condizionati dalla macchina corpo e dai suoi riverberi nei centri inferiori...pieni di materiale condizionato.
In sintesi:
Sono più vicino all'Essere, e più lontano dalla personalità nella misura in cui riesco a vivere in uno stato di attenzione cosciente: attenzione attiva e volontaria, considerando le seguenti variabili:
1. DEL TEMPO: quanto a lungo riesco a mantenere l'attenzione attiva prima di cadere nuovamente negli automatismi e nell'attenzione passiva legata al processo dell'identificazione:
1. DEL TEMPO: quanto a lungo riesco a mantenere l'attenzione attiva prima di cadere nuovamente negli automatismi e nell'attenzione passiva legata al processo dell'identificazione:
2. DELLA PROFONDITÀ DELLA MIA ATTENZIONE: quanto profondamente vedo,sento e comprendo..ciò che percepisco;
3. DELL'AMPIEZZA DELLA MIA ATTENZIONE: quante cose, situazioni, e stimoli sensoriali, riesco ad includere ed integrare nella mia attenzione, per capirci: l'esatto opposto della così detta "visione a tunnel"."
3. DELL'AMPIEZZA DELLA MIA ATTENZIONE: quante cose, situazioni, e stimoli sensoriali, riesco ad includere ed integrare nella mia attenzione, per capirci: l'esatto opposto della così detta "visione a tunnel"."
Roberto Potocniak
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