Due strade
Robert Frost
- La strada non presa [1916]
Due strade
divergevano in un giallo bosco
E, spiacente
di non poterle percorrere entrambe,
Essendo uno
solo, mi fermai a lungo
E ne guardai
una lontano quanto potevo
Fin dove
svoltava nel sottobosco.
Poi presi
l’altra, altrettanto giusta,
E aveva
forse un miglior richiamo,
Perché era
erbosa e voleva esser percorsa;
Sebbene, per
quello, il passaggio là
Le avesse in
effetti segnate più o meno lo stesso,
Ed ambedue
quella mattina allo stesso modo
Sulle foglie
nessuna nera impronta mostrassero.
Oh! La prima
lasciavo a un altro giorno!
Pur sapendo
bene come strada porti a strada,
Dubitavo se
mai sarei tornato indietro.
Io dovrò
raccontar questo con un sospiro
Da qualche
parte fra tanto tempo;
Divergevano
due strade in un bosco, ed io –
Io presi la
meno battuta,
E da questo
ogni differenza è venuta.
“Chi lascia
la via vecchia per la nuova, sa quel che lascia, e non sa quel che trova”.
E
chi dice che la via nuova non sia piena di cose belle?
Perché non tentarla se
sentiamo dentro una forza che ci spinge in quella direzione?
Chi ci
blocca? La paura, i condizionamenti di una vita, la poca fiducia in noi stessi,
la poca fede nel fatto che l’universo si muove in risonanza con il nostro
piccolo mondo interiore.
La via
vecchia può essere comoda, essendo già stata battuta più e più volte, è
conosciuta, è facile.
La via nuova
è un’avventura e aspetta solo i nostri passi per essere scoperta.
Non sapere
cosa si trova è sempre stato usato come ammonimento, per frenare, per limitare
e bloccare le scoperte e per trattenere chi desidera allontanarsi ed esplorare
il mondo o creare qualcosa di nuovo.
Ma siamo
sicuri che la via nuova non possa essere invece una via di crescita rispetto la
via vecchia?
Ripetere la
via vecchia non è alla fine un circolo vizioso?
Sta sempre e
solo a noi decidere di
sperimentare e intraprendere vie nuove per creare un nuovo mondo.
In e con
amore tutto è possibile.
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