La Lampadina del Giorno 6 - 06 gennaio 2016

Chiedere

Quanto ci costa chiedere? Quanto è facile farlo?
Chiediamo a noi stessi in modo consapevole ad esempio "cosa scelgo in questo momento"?
Chiediamo agli altri "come posso esserti di aiuto"?
Chiedere cosa vuol dire?
Formulare un pensiero, un'intenzione e quindi produrre tramite essi frequenze elettromagnetiche che risuoneranno con ciò verso cui puntiamo la nostra attenzione.

Chiedere pensando che ci manchi qualcosa ci porta a vibrare in uno stato di "mancanza".

Come poter fare?
Cambiando la prospettiva secondo cui formuliamo i pensieri.
In realtà abbiamo già tutto ciò di cui necessitiamo per vivere il nostro viaggio in questa vita.
Non lo percepiamo?
E' una questione di allineamento con il Sè superiore, Anima, Universo, Dio.
Siamo creatori, se l'Universo (la Matrice Universale) risuona con ciò che siamo allora chiedere si trasforma.
Possiamo quindi ringraziare per tutto ciò che siamo e abbiamo Ora.
A tal proposito vi lascio con uno spunto di riflessione tratto da Conversazioni con Dio vol.1 di Neale Donald Walsh:
"Questo significa che non posso fare domande su qualsiasi cosa desideri? Stai dicendo che pregare per qualcosa in effetti allontana questo qualcosa da noi?

Questa è una domanda che è stata posta più volte nel corso dei secoli, e ha ottenuto risposta ogni volta che qualcuno l'ha formulata. Eppure tu non hai udito la risposta, o non vuoi prestarvi fede.
A tale domanda viene di nuovo data risposta, nei termini e nel linguaggio odierno, in questo modo: Non avrai quello che chiedi, né puoi avere qualsiasi cosa tu voglia. Questo perché la tua stessa richiesta è una dichiarazione che ti manca qualcosa, e il tuo dichiarare di desiderare questo qualcosa funziona soltanto nel senso di dar luogo a quella precisa esperienza: il senso della mancanza, nella tua realtà.
La preghiera corretta non è mai perciò una preghiera di supplica, ma una preghiera di ringraziamento.
Quando ringrazi Dio in anticipo per quello che scegli di sperimentare nella tua realtà, tu, di fatto, riconosci che ciò esiste... in effetti.
La riconoscenza è perciò la dichiarazione più potente nei confronti di Dio; una affermazione di come, ancor prima che si chieda, Io ho risposto.
Perciò, non bisogna mai supplicare. Ma apprezzare.
Ma che cosa succede se sono grato a Dio in anticipo per qualcosa, e il qualcosa non si verifica mai? Ciò potrebbe condurre a delusioni e amarezza.
La gratitudine non può rappresentare un mezzo tramite il quale manipolare Dio; un espediente con cui farsi beffe dell'universo.
Non si può mentire a se stessi. La tua mente conosce la verità dei tuoi pensieri. Se stai dicendo: Grazie, Dio, per questo e per quest'altro», mentre nel frattempo ti è molto ben chiaro che tutto ciò non è presente nella tua attuale realtà, non puoi aspettarti che Dio sia meno consapevole di quanto lo sia tu, e che perciò lo metta in atto per te.
Dio sa quello che tu sai, e quanto tu sai è ciò che appare come la tua realtà.

Ma allora come faccio a essere davvero grato per qualcosa che so non esistere?

Con la fede. Se hai soltanto tanta fede quanta equivale a un seme di senape, riuscirai a muovere le montagne. Giungerai a sapere che esiste perché Io ho detto che esiste, perché sono stato Io a dirlo; ancora prima che tu formulassi una domanda ho risposto; perché ho detto e l'ho detto a te in ogni concepibile modo, per mezzo di ogni maestro tu possa nominare, che qualsiasi cosa tu scelga, scegliendola in Mio Nome, così sarà."

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