Esperienze e accettazione
"Quando
nasce un bambino, sa nel profondo del cuore che la ragione per cui si incarna è
d'essere se stesso, pur vivendo molteplici esperienze. La sua anima,
d'altronde, ha scelto la famiglia e l'ambiente in cui nascere con uno scopo ben preciso; tutti,
venendo al mondo su questo pianeta, abbiamo la stessa missione, quella di
vivere delle esperienze fino ad accettarle e ad amarci attraverso di esse.
Fintantoché
un'esperienza viene vissuta nella non-accettazione, ovvero nel giudizio, nel
senso di colpa, nella paura, nel rimpianto o in altre forme di
non-accettazione, l'essere umano continua ad attrarre a sé circostanze e
persone che gli faranno rivivere quella medesima esperienza. Alcuni non solo la
rivivono più volte nel corso di una stessa vita, ma devono reincarnarsi più
volte per riuscire ad accettarla completamente.
Accettare
un'esperienza non significa che diventa la nostra preferita o che siamo
d'accordo con essa. Si tratta piuttosto di consentirci di sperimentare e di
imparare attraverso ciò che viviamo, e, soprattutto, di imparare a riconoscere
che cosa è benefico per noi e che cosa non lo è. L'unico modo per riuscirci è
diventare consapevoli delle conseguenze dell'esperienza: tutto ciò che
decidiamo o no, ciò che facciamo o no,
ciò che diciamo o no, e persino ciò che pensiamo e sentiamo, comporta delle
conseguenze.
…
Tutto
quanto viene vissuto nella non-accettazione si accumula sul piano dell'anima la
quale, essendo immortale, continua a rinascere, sotto diverse forme umane, con
questo fardello in memoria. Prima di venire al mondo decidiamo che cosa
vogliamo risolvere nell'incarnazione che ci aspetta, una decisione che, insieme
a tutto quanto abbiamo accumulato
in passato, non è registrata dalla memoria cosciente, ovvero dalla memoria che
è legata all'intelletto. Soltanto nel corso dell'esistenza prenderemo
gradualmente coscienza del nostro disegno di vita, e di ciò che siamo venuti a
sistemare."
Tratto da Lise Bourbeau - Le 5 ferite e come guarirle
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