In questa pagina vi presento il mondo della Cannabis, da un punto di vista medico, grazie a Simone Fagherazzi, medico ginecologo ricercatore e sperimentatore attento e preciso. Le domande spaziano per offrire a tutti un ampio panorama su questa benefica pianta, le risposte vanno dritte al punto.
Mi auguro che possa essere di aiuto e di spunto per tutti.
Vi auguro una buona lettura a cuore aperto.
1) Qual è lo stato
giuridico attuale in Italia per quanto riguarda la Cannabis?
Attualmente (agosto 2016 ndr) è
in discussione in Parlamento il DDL Cannabis legale, sebbene l’iter legislativo
sia ancora lungo, il fatto che quest’argomento sia approdato in aula è un
traguardo notevole raggiunto grazie al processo di conoscenza in cui io e molti
altri come me (anche più meritevoli) stiamo portando avanti. Questo per quanto
riguarda la Cannabis in generale a livello nazionale.
Discorso a parte meritano le leggi
regionali in materia di Cannabis Terapeutica, essendo materia sanitaria, la
responsabilità è delegata, appunto, alle regioni. Qui assistiamo ad una pletora
di leggi differenti ma che difficilmente aiutano il paziente “comune” ad
accedere al farmaco.
Le indicazioni riconosciute sono molto
stingenti ed il rimborso rimane, spesso, utopia pura.
In alcune regioni, tipo la mia, il
Veneto, sono stati emessi ulteriori “regolamenti applicativi” che limitano
ancor di più le indicazioni “accettate” rendendo, di fatto, prescrivibile il
farmaco solo a 30 persone. Il quadro legislativo sicuramente non aiuta il
medico nella prescrizione.
La medicina preventiva, così diffusa al giorno d’oggi, fa si che il medico
non voglia assumersi responsabilità che non siano tutelate da un qualsiasi
quadro legislativo. La carenza che ho appena descritto, quindi, non fa altro
che aumentare le resistenze.
2) Che differenza c’è tra
legalizzazione e liberalizzazione? Lo Stato ne potrebbe beneficiare?
Questa è un’ottima domanda.
Partiamo dal concetto di
Liberalizzazione. Il modello che più si avvicina a questo concetto è quello
dell’Uruguay dove è permessa la vendita, il consumo e la coltivazione di
Cannabis. Ogni cittadino potrà coltivare fino a 6 piante nel privato domicilio
e questo è un concetto fondamentale per la “liberalizzazione”. Quest’ultima
infatti si attuerebbe in maniera reale e concreta solo se il THC venisse
rimosso dalle tabelle internazionali degli stupefacenti come richiedono a gran
voce molte associazioni di pazienti. Purtroppo questa richiesta giace ad oggi
inascoltata.
Se vogliamo parlare di legalizzazione è più semplice ricondurci ad un
concetto di regolamentazione. In quest’ambito non è permessa l’autocoltivazione
ed è lo Stato che, appunto, regolamenta produzione, distribuzione e vendita, in
un regime monopolistico. Questo potrebbe rappresentare un enorme beneficio per
lo stato in termini economici. L’ammontare enorme di questo beneficio, però, va
contestualizzato socio-politicamente ed io credo che in un paese dove è stata
provata una trattativa tra lo stato e la mafia, porre un argomento fino ad oggi
di appannaggio esclusivamente della mafia in mano allo stato sia molto
rischioso per la salute psicofisica dei cittadini.
3) Qual è la differenza
tra la cannabis terapeutica e la cannabis ricreativa? È solo una
questione di termini?
Questa etichetta è utilizzata ampiamente
per “difendere” una possibile via di sviluppo del processo di legalizzazione.
Se si mantengono separati i due ruoli significa che per la “parte medica”
valgono le regole della medicina. La distinzione, ad oggi, viene effettuata
sulla base dell’utilizzatore di Cannabis, se è un essere umano in salute viene
definito consumatore ricreativo se, al contrario, ha una diagnosi si può
definire consumatore terapeutico.
Ma la riflessione che mi pongo sempre è:
un essere umano diventa un “paziente” dal momento che ha una sofferenza nella
sua vita o dal momento che “io decido” che lo diventa affibbiandogli
un’etichetta di patologia?Che fine fanno tutte le persone che hanno una
sofferenza ma non sono definibili “malati”?
Una terapia è necessaria a riacquistare uno stato di salute. L’OMS
definisce salute non solo l’assenza di malattia ma il pieno benessere fisico
psichico e sociale. Questo dovrebbe far porre dei seri problemi etici.
Sfortunatamente ad oggi la medicina guarda più ai numeri che alle persone.
4) Quali sono le vie di
assunzione della cannabis?
La Cannabis è una pianta che dovrebbe essere reintegrata nella nostra dieta
come alimento fondamentale, si possono mangiarne i semi, le foglie ed i fiori.
Mangiata cruda non ha nessun effetto psicoattivo in quanto si assumono solo
Cannabinoidi Acidi che, chimicamente, non riescono a passare quella barriera
che divide il tessuto proprio del nostro cervello dal sangue che lo nutre. Tale
caratteristica fa si che i recettori cerebrali non possano venir stimolati e la
persona non fa esperienza dello stato alterato di coscienza.
In generale, a seconda del prodotto che viene preso in considerazione
l’assunzione di Cannabis può avvenire tramite:
a.
Ingestione di estratti (vi sono diversi
modi di estrazione del fitocomplesso),
b.
Ingestione di tisane preparate con
infiorescenze secche o con resine purificate,
c.
Vaporizzazione,
d.
Sono allo studio anche somministrazioni
transrettali e transvaginali e transdermiche con dispositivi adeguati.
5) Si può parlare di
effetti collaterali a breve e lungo termine?
A giugno di quest’anno(2016), su Jama Psichiatry
è uscito uno studio in cui si sono seguiti consumatori “pesanti” di cannabis
per 20 anni e non si è riscontrato nessun peggioramento delle condizioni di
salute eccezion fatta per l’aumento di incidenza della parodontite.
Credo che questo sia chiarificatore.
Se devo invece portare quello che è il mio pensiero personale posso
confermare solo un lieve calo della memoria a breve termine assolutamente
ovviabile con un po’ di concentrazione o con gli usuali metodi di chi si
ritiene normalmente non dotato di una memoria stratosferica (agende o simili).
Tale trascurabile effetto è comunque totalmente reversibile in breve tempo
quando si sospende l’assunzione.
6) Thc e Cbd, sono le
molecole più famose. Allo stato attuale degli studi portati avanti in tema,
cosa si può dire sulle molecole della cannabis?
Possiamo dire molte cose che però ci
portano alla necessaria conclusione di non poterne dire alcuna. I cannabinoidi
conosciuti sono più di 100, la ricerca si concentra sui due che mi hai citato
ma ultimamente ci si sta concentrando sempre di più sul fitocomplesso ovvero la
pletora di sostanze (più di 600) che la pianta di Cannabis possiede.
Appare sempre di più come tale sostane
agiscono su una moltitudine di recettori più o meno specifici (le ipotesi ad
oggi si spingono fino a circa 30 tipi di recettore diverso) contribuendo a
generare degli effetti benefici sugli organisimi in cui viene testata.
Ci sono ancora delle critiche su
Cannabis e cuore, dove ne è controindicata la prescrizione nelle sindromi
aritmiche.
Studiando il sistema endocannabinoide ci si accorge di essere di fronte ad
uno dei più potenti strumenti di equilibrio per l’essere umano che Madre natura
ci abbia messo a disposizione. Ci facciamo spaventare dall’effetto psicoattivo
di una sostanza invece che chiederci che ruolo questo assurga nel processo di
omeostasi del corpo umano. Son cose da stregoni, quelle.
7) La canapa, è una pianta
dai mille usi si potrebbe dire, l’opinione pubblica dimentica come nel passato
la si usasse anche per produrre carta, tessuti e anche i mattoni per le
abitazioni. Quale spiegazione possiamo dare a tutto ciò?
Colgo l’occasione della tua domanda per raccontare ai tuoi lettori cosa sto
facendo da queste parti e per chiedere loro un aiuto dal profondo del cuore.
In Nepal la pianta cresce naturalmente ed in abbondanza. Grazie all’unica
azienda nepalese impegnata nel settore stiamo cercando di raccogliere fondi per
far partire un progetto di costruzione di case per gli ultimi del mondo. Si
tratta infatti della casta dei dalit, gli intoccabili, che vivono ad oggi
emarginati dalla società ed in case di fango, sono solitamente i servi della
classe benestante. Così è da sempre.
La canapa, mischiata con la calce, è un ottimo materiale da costruzione,
economico, salubre, che permette di risparmiare molto dal punto di vista
energetico in quanto s è dimostrato regolare meglio di qualsiasi altro materiale
la temperatura interna della abitazioni.
E questo è solo uno degli utilizzi, i tessuti di canapa sono i più
resistenti, la carta è estremamente più economica ecc. perché allora è stata
bandita negli anni 30? Molto semplice, per questioni economiche, perché è la
pianta dei poveri in quanto cresce in abbondanza e ci si può fare veramente di
tutto.
Ma se si può fare tutto a prezzo molto più basso come facciamo a mantenere
gli standard di questa società?
8) “Nessun farmaco può
competere con la cannabis naturale” citazione del dottor Lester Grinspoon.
Quanto conta il peso delle multinazionali del farmaco nel processo di
diffusione delle terapie con cannabis naturale? Che differenza c’è tra la
cannabis naturale ed i prodotti farmaceutici o cannabinoidi sintetici?
Ricordi quando ti parlavo di liberalizzazione? Ora ti faccio un altro
ragionamento.
La Cannabis è l’unico vegetale, insieme
allo zafferano, che viene venduto a grammi.
Le terapie si fanno addirittura
nell’ordine dei milligrammi. Non solo, se partiamo dal presupposto che la
Cannabis è un farmaco e non una pianta allora è giusto pretendere tutti i
controlli che si dedicano ad un farmaco. Questo fa lievitare i costi in maniera
notevole (senza, per la cannabis, un reale concreto beneficio in termini di
sicurezza) fino a farli ad arrivare a 20-22 euro in farmacia al paziente.
In Uruguay, dove il modello è molto pù simile ad una liberalizzazione, la
cannabis viene venduta in farmacia a meno di un dollaro il grammo. Si capisce
la differenza, no?
9) Che effetto ha la
Cannabis sullo stato di coscienza dell’uomo?
Altra domanda estremamente interessante
a cui sto cercando di dare una risposta in questo mio viaggio di ricerca. Per
ora posso solo riportare quello che è il mio pensiero.
La Cannabis induce uno stato di
coscienza che io definisco uno stato differente di coscienza normale. Ciò che
sperimentiamo con quella che volgarmente viene definita come “botta” o “high” è
un’ampia e preziosa capacità della nostra mente che, non essendo abituati ad
utilizzare, ci spiazza dandoci quello stato che chi ha provato la sostanza
conosce bene.
La normalità di questo stato subentra
quando si imparano a riconoscerne le regole e le modalità di azione, esattamente
come impariamo quando siamo piccoli, prima si gattona e basta, poi, cadendo e
rialzandoci, impariamo a tirare su la testa e a camminare eretti. Questo
processo è un po’ quello che avviene nella coscienza umana a chi conosce questa
sostanza nella maniera corretta.
Assumere Cannabis ti pone davanti ad un
impavido giudice interiore, tu stesso, che non fa sconti di pena perché ti
rende difficile nasconderti le cose. Un piccolo filo diretto tra il conscio e
il subconscio. Tale concetto può essere utile per la persona/paziente o può
essere deleterio. Non tutti hanno gli strumenti mentali per affrontare il
giudizio di se stessi ma, soprattutto, quasi a nessuno interessa farlo. In questi
ultimi due casi la Cannabis può avere “effetti collaterali”.
Il giudice interiore è quel collegamento
intrinseco che ogni uomo ha con la propria autoconsapevolezza. Ad oggi
assistiamo ad un addormentamento di questa caratteristica nella nostra specie
che sia perpetrato da altri esseri umani o che sia una caratteristica
intrinseca di noi stessi non è dato saperlo. Quello che è certo è che la
Cannabis fa abbassare le soglie della “normale resistenza” ai suoi messaggi
potendo, di fatto, cambiare il corso della nostra vita. Non stiamo parlando di acqua fresca.
10) Quale lampadina puoi
lasciarci grazie alla tua esperienza?
Siate il cambiamento che volete vedere nel mondo.
Prendete in mano la vostra vita,
ascoltatevi dentro veramente, c’è un qualcosa che vi fa sempre sapere se siete
felici o se non lo siete.
Se rientrate nella seconda categoria
avete due scelte, continuare a pensare a quello che vi circonda o prendere il
coraggio a quattro mani e provare a cambiare le cose.
Se vogliamo renderci responsabili del
nostro cambiamento dobbiamo imparare ad accettarne tutte le conseguenze.
I se, ma, però, dopo, se fosse,
ecc. sono scuse che diamo a noi stessi, benedette guide al nostro
processo di integrità.
Un abbraccio a tutti.
Grazie Simone!!
Per chi volesse seguirlo o sapere qualcosa di più su Simone e il progetto che sta portando avanti ecco qui i link:
- profilo fb:Simone Fagherazzi
- canale youtube:https: https://www.youtube.com/channel/UChfApmWIfk7FE3bX4pQD94w
Nessun commento:
Posta un commento