In
questa intervista cerco di approfondire il legame tra l’uomo e la natura grazie
alla disponibilità di Annaluisa Bussone la quale ha un’azienda agricola
nell’entroterra ligure.
- “L’uomo non produce nulla. È la natura che crea”. Hasanobu Fukuoka. Dal Giappone con Fukuoka e la coltivazione naturale si arriva in Europa con Emilia Hazelip e l’orto sinergico, il concetto non è più quello di coltivare agendo sulla natura ma osservarla senza intervenire: no pesticidi, no fertilizzanti, no lavorazione del terreno, terreno coperto (pacciamatura). È così che l’uomo può abbandonare il controllo?
La
frase: “L’uomo non produce nulla. E’ la
natura che crea.” Mi trova parzialmente in disaccordo, perché l’uomo e la donna
insieme creano la vita. Esattamente come la natura.
Attraverso
la semina di qualsiasi pianta, la cura del terreno, la scelta appropriata dei
fertilizzanti, noi collaboriamo insieme alla natura. Esattamente come due futuri genitori.
Il
controllo è l’insicurezza, caratteristica insita nella natura umana. Insieme alla natura lasciamo ogni paura e
impariamo ad accrescere più sicurezza in noi stessi. L’immagine che rappresenta
questo pensiero è “il bambino che impara
a camminare…”.
- Dedicarsi alla terra in cosa può aiutare l’uomo?
A
conoscere se stesso con i nove sensi. L’olfatto, l’udito, la vista, il gusto,
il tatto, la termopercezione, il dolore, l’equilibrio e la propriocezione.
Liberiamo i nostri pensieri nebulosi e, ci accorgiamo che siamo nel qui e ora.
L’altra immagine rappresentativa è “La lavandaia lava i nostri pensieri con
acqua e sapone, li stende al sole e, una volta asciutti, le macchie si sono
dissolte. Volate via.
- La natura ci offre anche le cosiddette piante officinali come possiamo riconoscerle? Ci sono linee guida particolari?
Le
piante officinali le possiamo riconoscere attraverso diversi strumenti a nostra
disposizione. La strada da percorrere ottimale è frequentare le scuole preposte
se intendiamo trasformarla in professione ma, anche una buona e approfondita
lettura di libri dedicati è un buon punto di partenza. Se si è interessati alle
piante officinali, approfittiamo dei corsi ormai presenti su tutto il nostro
territorio. Oppure cominciare a fare qualche passeggiata nei luoghi di
appartenenza, approfittare della compagnia dei nostri anziani che, con un po’
di fortuna, tramanderà a voi gli antichi saperi del passato contadino dei
nostri territori. Li renderete felici e voi imparerete. Si può anche cominciare
da qui.
- Le piante officinali, impiegate nelle officine degli “speziali” ci offrono rimedi come olii, unguenti, tisane, ecc. insomma la natura insieme allo spirito e ad una maggior consapevolezza sono una meravigliosa equipe medica?
Assolutamente
Sì. La natura tutta è una grande ed
unica “Equipe Medica” a nostra totale ed incondizionata disposizione,
soprattutto è “Gratis et amore dei”.
- Possono essere utilizzate anche in cucina? Quali altri usi possono avere?
Ma
certamente! Le attuali dinamiche lavorative e familiari, ci hanno portato ad
utilizzare cibi pronti. Comprendo ma, con un po’ di allenamento possiamo dare
una svolta alla nostra alimentazione e, al nostro bilancio familiare, oggi da
non sottovalutare. Molte delle piante officinali sono erbe aromatiche e le
possiamo coltivare sui nostri terrazzi con il metodo della coltura in
verticale, oppure accontentandoci di un semplice davanzale, possiamo riempire
le nostre cucine con meravigliosi profumi.
Le officinali sono quello che io definisco “la panacea a tutto tondo”, le possiamo utilizzare per cucinare, per
curare, per rilassare, per pregare, per meditare, per intrattenere, per
l’economia, per la natura stessa, in quanto prendendosene cura
contemporaneamente preserviamo il territorio. Una regola aurea da seguire
tassativamente è utilizzare Equilibrio & Buon Senso con la natura.
- Seguire la natura ci porta agli astri e al cielo. Ci puoi parlare della biodinamica?
E’
un argomento ambivalente per il modo con cui concepisco l’agricoltura.
L’etimologia della parola è interessante.
BIODINAMICA. La parola è composta da: BIO dal greco Bio(s) = Vita e
DINAMICA = dal latino Dinàmicus e dal greco Dinamikòs = Forza, Potenza, quindi
“Forza e Potenza della vita”. Questa è la mia personalissima interpretazione
della parola, mi piace molto. In tale pratica si applicano, attraverso lo
studio delle costellazioni, i periodi di semina, potature, concimazione,
l’utilizzo di preparati specifici per la concimazione delle piante e dei
terreni. Oggi il termine BIODINAMICA è un marchio commerciale detenuto dalla
DEMETER INTERNATIONAL, per farla breve una multinazionale presente in ogni
Stato che controlla attraverso rigidi standard e determinati protocolli tutto
quello che è venduto con la parola “biodinamica”. In buona sostanza, se per ipotesi scrivessi
su un’etichetta di un mio prodotto “da Agricoltura Biodinamica”, sarei
immediatamente diffidata dei legali della Demeter International e non potrei
vendere alcun prodotto. Com’è successo
ad un monopolio di vini svedese che ha dovuto piegare la testa di fronte a
codesto colosso, nonostante una chiarissima sentenza della Commissione di
Ricorso dell’UAMI nel giugno 2011, favorevole al Monopolio svedese. Ritengo che
ogni nuovo commento sia superfluo.
Comunque utilizzo per le mie coltivazioni il metodo dell’agricoltura
eticamente naturale, perché amo la natura come me stessa.
- Biodinamica e Rudolf Steiner. Che legame c’è?
Credo
che oggi non ci sia più alcun legame, se non quello meramente etimologico della
parola. Vorrei brevemente ricordare che il primo su tutti fu Goethe. Fu un
grande poeta ma anche un attento e studioso della natura. Goethe è considerato “l’ultimo genio
universale”. A lui risalgono tutti i
concetti e le idee fondamentali che sorreggono quello che oggi noi
semplicemente definiamo Agricoltura Biodinamica. Lui descrisse in una lettera a un amico
l”’Urpflanze” ovvero la pianta primordiale.
Ritornando
a Rudolf Stainer, filosofo, pedagogista e artista, nato in quello che ora
chiamiamo Croazia nel 1861 e mori nel 1925, attraverso i suoi studi fu
l’ispiratore dell’Agricoltura Biodinamica e fondatore dell’Antroposofia (una
particolare corrente pedagogica) applicata in diversi campi, tra i quali
l’Agricoltura. Io lo definisco il Carl
Marx dell’agricoltura. Le ricerche
furono portate avanti da Lily Kolisko, allieva appassionata di Stainer e
successivamente da Maria Thun, che nel periodo della seconda guerra mondiale,
assieme al marito, cominciarono a coltivare un terreno, forse per necessità o
forse no, chissà … certo è, che volevano coltivare secondo la filosofia
steineriana e ai quei tempi era piuttosto difficile ma, la Thun non si diede
per vinta e cominciò a sperimentare. Da ciò nacque quello che noi oggi
definiamo Agricoltura Biodinamica.
- Prendere contatto con la natura con tutti i sensi. Cosa si prova quando si abbracciano gli alberi?
Abbracciare
gli alberi è un’esperienza importante.
Un caleidoscopio di emozioni, un vortice di sensazioni sublimi e
vibranti all’ennesima potenza. E’
sentirsi unici facendo parte del tutto. Esperienza da provare.
- Quale lampadina ci puoi lasciare grazie alla tua esperienza?Finisco questa splendida chiacchierata con una citazione di Martin Luther King, sintetizzando quello che la natura mi ha insegnato fin da bambina.
“Un giorno la paura bussò alla
porta, il coraggio si alzò e andò ad aprire e vide che non c’era nessuno”.
Ebbene
io ho aperto la porta e ho visto la natura che tendeva le sue braccia, ed io
sono ancora e sarò sempre abbracciata a Lei.
Un
sincero grazie a Marzia per l’opportunità.
Grazie
Anna!!
Per
chi volesse contattarla può farlo scrivendole all’indirizzo
le.erbedidoa@libero.it
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