In questa intervista vi propongo un percorso per
conoscere meglio noi stessi e sviluppare le nostre doti attraverso quelle che
si possono chiamare strategie vincenti. Alexander Reif, manager d'azienda e
coach, rispondendo gentilmente a tutte le domande ci guiderà passo dopo passo
offrendoci spunti di riflessione grazie alla sua esperienza personale.
1) Essere la versione migliore di noi stessi gettando
le maschere messe su nel tempo è un percorso verso la gioia ed il benessere.
Quali possono essere gli ostacoli che possiamo incontrare?
Per me è la Paura. Da bambini, crescendo
siamo stati condizionati dai nostri genitori, dagli insegnanti, dagli
allenatori, chiunque avesse avuto su di noi una qualche influenza. Ci hanno
condizionato con le loro convinzioni su cosa è giusto fare (e cosa no) e su
come è giusto essere.
Inoltre ci saranno sicuramente stati degli eventi
brutti nella nostra vita e tutto dipende da come noi li abbiamo interpretati.
La paura può presentarsi sotto diverse forme: paura del giudizio, paura di
sbagliare (o di non essere all'altezza), a volte addirittura paura di avere
successo. Per come la vedo io, se poi andiamo a scavare, alla fine si riduce
sempre alla paura di non essere amati, di essere ostracizzati (cioè
buttati fuori dalla nostra "comunità") e quindi di morire.
2) Amare se stessi per condurre una
vita piena d’amore in tutti i sensi. Ma cosa vuol dire amare se stessi?
Per me vuol dire innanzitutto avere rispetto di sè
stessi e di vivere secondo i propri valori. Quando vai contro i
tuoi valori, non sei soddisfatto/a, spesso ti saboti, non hai energia, non hai
passione, non sei convincente e sicuramente NON sei felice. Può darsi che nel
breve periodo, andando contro uno dei tuoi valori, tu risolva un problema contingente,
ma alla lunga NON sarai una persona soddisfatta e felice.
Inoltre per amare sè stessi è molto utile fare proprie le convinzioni:
- io valgo
- io sono
amato e mi amo
- io sono al
sicuro
3) In lak’ech = “io sono un altro te
stesso.” Siamo tutti specchi, l’uno dell’altro, e siamo tutti connessi. Circling e Eye-Contact:
conoscere sè stessi e conoscere gli altri attorno a noi attraverso il contatto
diretto tramite lo sguardo e la condivisione delle sensazioni provate. Ci puoi
dire qualcosa di più?
Il Circling è
una pratica mediante la quale 2 o più persone possono entrare rapidamente in
connessione e condividere ciò che è presente in quel momento.
Come hai detto tu, spesso in quel momento la persona
che è di fronte a te percepisce nel proprio corpo o "vede" qualcosa
che tu pensi sia nascosto dentro di te e che nessuno possa vedere (a volte
nemmeno tu consciamente ti ricordi o noti più queste cose di te stesso) ed
improvvisamente diventi consapevole di questa tua "zona d'ombra".
Come il pesce che nuota tutto il giorno nell'acqua,
non sa cosa sia l'acqua, così noi non ci rendiamo più conto di alcune nostre
emozioni che proviamo o di determinati schemi che adottiamo. Nel Circling NON
si giudica: una persona semplicemente nota quello che percepisce o vede e lo
offre all'altra persona, affinchè valuti cosa voglia dire per lei, ciò che
l'altra persona ha percepito.
Hai parlato di Eye Contact. Sicuramente la
vista è un canale predominante in noi, ma durante il Circling ho percepito più
di una volta delle improvvise ondate di energia arrivare sulla mia pancia, come
se qualcuno mi avesse tirato un pugno. Con questo non voglio spaventare chi si
volesse avvicinare al Circling :-) , ma soltanto dire che questa pratica va
oltre la vista, coinvolge tutti i nostri sensi e tutto il nostro corpo (e
preferibilmente lascia fuori la nostra mente logica ;-).
4) Quanto fa paura uscire dalla “comfort
zone”?
Abbastanza: a qualcuno di più, ad altri di meno ;-)
Una domanda interessante da porsi è: Cosa succede se non usciamo dalla
nostra zona di comfort ? Quanto ci costa ? Per me, se non
esco dalla zona di comfort, NON cresco, non imparo qualcosa di nuovo, non
evolvo. Nel breve periodo può essere che in questo modo risolva un problema
contingente, ma nel lungo mi scavo la fossa da solo.
5) Porci domande ci porta a
conoscere noi stessi ed a far luce nelle nostre zone d’ombra. Come possiamo
superare a questo punto le paure che riconosciamo di avere?
Hehehehe, domamanda da un milione di dollari :-)
Ancora una volta, non ho le risposte che vadano bene per tutti, posso solo
condividere il mio percorso personale. Credo che la soluzione stia nella Vulnerabilità e
nel Coraggio.
Uno dei miei più grossi insights dell'anno
scorso è stato iniziare a prendere a picconate la convinzione, che era
profondamente radicata in me stesso, secondo cui "dovevo farcela da
solo... !" A me è servito tantissimo chiedere aiuto quando ho
paura di fare qualcosa o quando non so più come andare avanti, questo sia
in situazioni "tecniche", che emotive.
Per farlo bisogna saper accettare di essere vulnerabili e
di mostrarsi per quello che si è. Lo so, non è assolutamente
facile, ci vuole appunto coraggio, ma dal mio punto di vista non ci
sono altre vie di uscita. Attenzione però a chi mostri la tua vulnerabilità,
non farlo indiscriminatamente, fallo innanzitutto con te stesso/a (prendere
consapevolezza è il presupposto per poter cambiare), poi fallo con chi è
altrettanto "in cammino", con chi si mette in gioco, con chi a sua
volta è vulnerabile e mostra coraggio.
Quando ho iniziato a cercare questo tipo di persone,
ho notato che avevano tutte qualcosa in comune: anche se nel loro campo avevano
raggiunto un successo enorme, continuavano TUTTI a
provare paura.
Per esempio avevano superato la paura di parlare ai
potenziali clienti, ma poi è uscita la paura di non essere all'altezza di saper
gestire un business che sta crescendo (o magari dovevano assumere persone).
Illuminante per me è stato quando ho partecipato ad un workshop tenuto da Rich Litvin (un
coach che stimo molto) ed indirizzato a coaches. Ad un certo punto Rich sul
palco, davanti a tutti questi coaches, che sono venuti da tutto il mondo e
hanno pagato per imparare da lui, ha ammesso che lui tuttoggi ha paura di non
essere all'altezza... !
A seconda di quali siano i tuoi obiettivi, creati un
tuo Gruppo dei Pari, che siano un paio di passi più avanti di te
(non 10 passi più avanti, perchè loro stanno vivendo difficoltà o paure che
sono "più evolute" delle tue e magari non si ricordano più bene come
è essere al tuo livello) e che ti possano guidare. Poi creati anche un gruppo
di Persone Sagge (come le definisce Greg Baer nel suo libro
sull'Amore incondizionato dal titolo "Real Love" ), che siano cioè in grado di
supportarti e di amarti nei momenti in cui ne hai bisogno. Infine ricordati che
il Coraggio è un muscolo che va allenato: quando vai per la prima
volta in palestra NON alzi il bilancere da 100 kg. Inizi con i pesetti da 5 kg
e, piano piano, sessione dopo sessione, alzi il carico, fino ad arrivare dopo
alcuni mesi (in cui ti sei messo in gioco in modo consistente), ad
alzare 100 kg. Con la paura è uguale: affronta costantemente sfide sempre più
grandi, ma parti da quelle piccole. In questo modo riplasmerai la tua identità,
come una persona coraggiosa. "Di fronte alla paura, faccio un coraggioso
passo avanti" - Mike Hrostoski Anche se piccolo, ma fai sempre quel
passo avanti (magari proprio chiedendo aiuto).
6) “Il Successo arriva dal
Progresso. Il Progresso arriva dall’Esperienza. L’Esperienza arriva dai
Fallimenti. Noi Falliamo affinchè possiamo avere Successo.” Dane Maxwell Quanto
ci può condizionare la paura del fallimento nella realizzazione di un progetto
di successo?
E' semplice: al punto da paralizzarci e abbandonare il
nostro progetto. :-( Voglio condividere con te un'esperienza che non
dimenticherò mai, è uno dei tanti doni regalatomi da mia figlia. Lei aveva
pochi mesi (non ricordo il numero esatto), ma ricordo vividamente la scena.
In quel periodo gattonava ancora, in un modo
stranissimo e tutto suo: tenendo il sedere per terra, mettendo le mani avanti e
poi trascinando avanti la parte posteriore del corpo. Arrivata davanti al box
voleva tirarsi sù, voleva a tutti costi alzarsi in piedi: le braccia hanno
fatto lo sforzo di tirare sù tutto il peso del suo corpo, ma le sue gambe non
avevano ancora la forza di sostenere quel peso.
Mia figlia è caduta e ha picchiato la fronte per
terra. Tra l'altro in quei giorni era malaticcia (come spesso accade ai bambini
piccoli, in quanto non hanno ancora molti anticorpi) e quindi il suo viso era
di un bianco cadaverico. In aggiunta, sul punto della fronte in cui ha
picchiato a terra, nel giro di 2 minuti si è formato un enorme bernoccolo di
colore verdastro :-)
E non c'era niente da fare: mia figlia - nonostante la
fronte deformata - voleva a tutti i costi alzarsi in piedi e camminare, ma quel
giorno non ce l'ha proprio fatta ! Ci sono voluti ancora alcuni giorni di rovinose
cadute, prima che ce la facesse a camminare in modo vaccillante, ma con
un enorme sorriso di SODDISFAZIONE sulla sua faccia. Oggi mia figlia fa
danza, pattina e compie evoluzioni incredibili (e si era pure spaccata una
gamba a 4 anni, il secondo giorno che l'abbiamo messa sugli sci...).
Questo cosa mi ha insegnato ? Che senza
tutte quelle cadute rovinose, mia figlia non avrebbe mai acquisito gli
schemi motori, la percezione del proprio corpo, la tigna nel perseguire i suoi
obiettivi e l'eleganza nei movimenti che ha oggi. Ah, dimenticavo: quel giorno
in salotto, nessuno ha detto a mia figlia: "Smettila di cercare di
imparare a camminare, non fa per te, cosa ti sei messa in testa ?"
...e chissà perchè quando i nostri figli crescono, non li supportiamo più alla
stessa maniera :-(
7) "Che tu creda di farcela
o di non farcela avrai comunque ragione." Henry Ford Credere
in se stessi è la chiave per realizzare grandi cose?
Questa frase ce l'ho attaccata sulla parete nel mio
ufficio :-) Sicuramente credere in sè stessi (e quindi avere una buona
autostima) è fondamentale per non bloccarci al primo ostacolo che incontriamo
sul nostro percorso, ma per me NON è sufficiente. Io
adotto quello che chiamo il "Framework CASA",
dalle iniziali dei 4 pilastri che lo compongono:
- "C"
come COMPETENZE. Qualsiasi sia la TUA definizione di
"Successo", sicuramente dovrai sviluppare delle competenze
specifiche per l'obiettivo che vuoi raggiungere. La domanda guida per
questa colonna è “Cosa è essenziale che io sappia fare ?”
- "A"
come ATTEGGIAMENTO MENTALE. Qui rientra sicuramente l'autostima,
ma anche tutte le convinzioni che abbiamo. Infatti la
frase di Henry Ford, per me, ha un significato più ampio del semplice
"credi in te stesso". Noi tutti odiamo non avere ragione e tutti
noi abbiamo dentro di noi delle convinzioni (su cosa è giusto, cosa
sbagliato, cosa è possibile, cosa no etc...) e, visto che vogliamo sempre
avere ragione, cercheremo in tutti i modi di vedere le cose dal nostro
personalissimo punto di visto per poter dire "ECCO, vedi ? Te
l'avevo detto ! Ho ragione io !" e quindi è importante prendere
consapevolezza delle convinzioni in cui crediamo e mettere in dubbio
quelle che non ci sono di aiuto o che sono distruttive per noi. La seconda
colonna risponde essenzialmente alla domanda “Che tipo di persona devo
diventare ?”
- "S"
come SISTEMI. Questa è una delle colonne più trascurate, ma
che specialmente con la tecnologia odierna a nostra disposizione, ha un
grosso potenziale. Con essa intendo quegli automatismi mediante i quali
deleghiamo a macchine o persone alcune attività oppure creiamo delle
procedure in modo tale che sappiamo che, se succede un evento X,
devo fare prima Y e poi Z. In sostanza la terza colonna risponde alla
domanda “Cosa posso rendere automatico per assicurarmi di raggiungere
il mio obiettivo ?”
- "A"
come ABITUDNI. La quarta colonna è l'equivalente
"interno" della colonna sistemi. Ogni decisione che dobbiamo
prendere ci costa energia e l'energia è una risorsa limitata che nel corso
della giornata va ad esaurirsi, meno riusciamo a sprecare per prendere decisioni,
più ne possiamo dedicare per ciò che serve veramente. La quarta colonna
risponde quindi alla domanda “Quali abitudini devo adottare per rendere
automatico il raggiungimento di ciò che voglio ?”
Non dimentichiamoci poi che è importante costruire la
propria casa su delle solide FONDAMENTA, che sono rappresentate
dalla nostra ENERGIA.
E' inutile avere le competenze migliori del mondo, se
poi non riusciamo ad essere lucidi e coinvolgenti per tutta la giornata. Le
fondamenta rispondo alla domanda “Cosa posso fare per aumentare il mio
livello di energia ?”
Infine una bella casa per essere veramente
accogliente, deve anche essere immersa in un AMBIENTE amorevole,
prospero e stimolante. L'ambiente è costituito dalle nostre RELAZIONI.
Già, perchè nessuno ha mai realizzato grandi cose da solo ! L’ambiente
risponde alla domanda “Di chi voglio circondarmi per raggiungere il mio
obiettivo ?”
8) “Follia è fare sempre la stessa
cosa e aspettarsi risultati diversi.” Albert Einstein Quanto
è importante abbracciare il cambiamento, mettersi in gioco e trovare soluzioni
o nuove idee per crescere ed evolvere?
In natura ciò che non evolve, muore. Basta osservare
le piante e il mondo animale: non c'è eccezione a questa regola, eppure a
"noi umani" piace rimanere nella comoda zona di comfort, sperando che
ci vada bene. Purtroppo a volte va male. Specialmente nell mondo del lavoro,
esso è cambiato ad una velocità pazzesca negli ultimi 6 anni: chi non è capace
( o ha deciso di non volerlo ) di evolversi, spesso finisce in difficoltà. La
parola chiave secondo me è flessibilità.
In tutti i sensi: di ruolo, di luogo, di orario. Sì,
lo so: non è un discorso facile e ideologicamente alcune persone potrebbe non
essere d'accordo con quello che dico, tuttavia io vedo che il mondo oggi gira così.
Anche in questo caso, si può applicare il Framework Casa citato
sopra.
9) Legge di attrazione (o di
risonanza) e strategie vincenti. Come ci possono aiutare le strategie a creare
una realtà piena di luce e amore contando che “il grande mago” è il nostro
inconscio?
Uh Marzia, quando ci siamo conosciuti ti ho già
accennato come la penso oggi :-) In passato ho lavorato con la Legge di
Attrazione, ma poi non ne potevo più: la maggior parte delle persone gli si
avvicinavano pensando che fosse la pillola magica: "Toh, basta che
visualizzo ciò che voglio e posso rimanere in divano a guardare la TV"
Oltrettutto io ero diventato un pò paranoico dei brutti pensieri, cioè "Non
devo pensare a questa cosa altrimenti la attraggo !"
Lo so che devo metterci dell'energia dietro affinchè i
miei pensieri si avverino, comunque lo strumento "Legge
dell'Attrazione" (perchè pur sempre uno strumento rimane), l'ho
abbandonato per altri. Come dici tu Marzia, colui che "tira le fila"
è il nostro inconscio, costituito in gran parte da un piccolo
fanciullo di 5 anni, motivo per cui ho preferito passare ad altri strumenti,
come la (auto)ipnosi, le meditazioni guidate e altri strumenti che ci stanno
fornendo la neuroscienza (come per esempio il WOOP della Prof.ssa Oettingen).
10) Quale lampadina ci puoi lasciare
grazie alla tua esperienza?
Per rispondere alla tua domanda mi sono rifocalizzato
sui miei valori e sui miei punti di forza (Amore, Leadership, Gioco, Sfida,
Empatia e Coraggio) e mi è venuta in mente la scena vissuta oggi pomeriggio.
Ero al palaghiaccio, mia figlia stava provando il suo
pezzo di pattinaggio artistico ed io stavo facendo degli esercizi per
migliorare la mia pattinata per il hockey, quando ho notato sul ghiaccio un
papà con suo figlio (avrà avuto 3 anni), il quale non voleva andare avanti e il
papà continuava a tirarlo dicendo "Dai !" e quando il bimbo
cadeva, lui lo tirava giù. Alla fine il bambino stava impalato e non voleva più
muoversi...
E' stato più forte di me e mi sono intromesso. Ho
chiesto al bimbo come si chiamasse e gli ho lanciato il mio guanto ad un metro dai
suoi piedi e gli ho detto "Dai Marco, raccoglilo e portalo a Papà".
Il bambino è caduto a terra e il papà ha cercato subito di rialzarlo. "Non
sa come fare" mi ha detto... Gli chiedo come avesse fatto suo figlio
ad imparare a camminare. :-) E gli ho proposto che lasciasse a suo
figlio il compito di trovare un modo per rialzarsi e infatti in pochi
secondi (pur con tutte le sue insicurezza) ha trovato il modo di rialzarsi in
piedi e di regalarci un smagliante sorriso pieno di soddisfazione.
:-)
Poi sono andato a prendere un birillo ed una pallina e
gli ho proposto un gioco e il bambino ha iniziato a muoversi, focalizzandosi sulla
pallina e sul compito da portare a termine, non ha più pensato alle sue
insicurezze. A me stanno molto a cuore i bambini (perchè sono il futuro del
nostro pianeta e perchè imparo un sacco da loro), ma quanto è successo si
può traslare facilmente anche tra adulti in qualsiasi
area della nostra vita.
Ecco se devo pensare ad una lampadina che voglio
lasciarvi è quella di far crescere, non dietro a voi, ma ATTORNO a voi
nuovi Leaders.
Per fare questo è fondamentale lanciare loro continuamente nuove
sfide, di non aiutarli (o non troppo) e di lasciare trovare a LORO
le soluzioni.
Questo equivarrà, sia per voi (è dura legarsi le mani
o mordersi la lingua per non venire in aiuto), che per loro ad uscire dalla
famosa zona di comfort ed entrare nella zona di apprendimento. Solo
lì troverete la crescita e la conseguente soddisfazione (ricordi
il sorriso raggiante del bambino che è riuscito ad alzarsi da solo sui pattini,
senza l'aiuto del suo papà ?). Aggiungeteci quanto più potete un pizzico di gioco,
che allegerisce la vita sia a voi, che a loro. Infine non smettete mai di
dargli fiducia, di incoraggiarli e di amarli (sì,
si può amare anche il proprio collega d'ufficio; sì, anche tra uomini... ).
Alexander Reif è un manager
d'azienda, papà di una bambina che adora e coach. Lo contraddistinguono
Empatia, Autenticità, Leadership, Coraggio e non riesce a fare a meno di
lanciare giocose Sfide.
Lo puoi trovare sul suo blog Strategie
Vincenti e su Facebook.
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