La Lampadina del Giorno 212 - 30 luglio 2016

Giocare

“Essere spirituale non vuol dire rinunciare. Significa semplicemente vedere come stanno le cose: se riesci a comprendere che la competizione è un gioco, non ci sono problemi.
Non essere serio: la serietà è il problema, la competizione non lo è affatto! In quel caso è un gioco: divertiti, ma sappi che è un gioco. E sia che tu abbia successo o che fallisca, non fa una gran differenza, non importa, è del tutto irrilevante. Tutto ciò che conta è godersi la partita, viverla come un divertimento: sia chi perde sia chi vince si sono divertiti. Occorre una sorta di spirito agonistico, tutto qui.
Quando giochi a carte, la cosa davvero importante non è vincere; la cosa vera è godersi la partita, coglierne le sfumature, studiare le strategie… quella è la cosa che conta davvero! È inevitabile che qualcuno sia sconfitto ed è inevitabile che qualcuno vinca: questo non è per nulla essenziale, non è quella la meta, non è quello lo scopo.
Se riesci a vivere nel mondo e giocare come se fosse una partita, se puoi vivere ogni sorta di relazione e ricordare che il mondo è un’immensa commedia – e il palcoscenico è grandissimo, non si riesce a vedere dove ha inizio e dove finisce – se ti è possibile ricordare che non è altro che una commedia, allora non ci sono problemi.
In questo caso tu stai semplicemente recitando una parte, ma la cosa non creerà in te alcuna preoccupazione; non provocherà in te alcuna tensione, non sarà affatto uno sforzo: reciterai la tua parte, parteciperai al gioco, e la sera, tornando a casa, te ne dimenticherai.
Se, però, sei serio, ecco che diventa un guaio. Se sei serio, puoi anche rinunciare al mondo, puoi anche abbandonare ogni gioco competitivo e spostarti sull’Himalaya: seduto nella tua grotta rimarrai serioso. In quel caso la meditazione acquisirà il sapore della serietà e creerà sforzo e fatica.”
Osho

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