La Lampadina del Giorno 21 - 21 gennaio 2016

Crescita spirituale
Questa lampadina è dedicata alla domanda di Mauro Mattarello.

"Ulteriore spunto ai sopraccitati quesiti è il chiedersi se siamo certi di saper dare una risposta, eventualmente ammettere che non si ha risposta perché non si sa quale sia lo scopo e quindi il senso ultimo di questa vita. E da quest’ultimo assunto scaturisce il concetto di ONESTA’ INTELLETTUALE : quanto forte sia la motivazione che ci spinge ad agire, quanto davvero crediamo in essa, quanto consapevoli siamo nel parlare di CRESCITA SPIRITUALE e quale sia l’impegno nel perseguirla.
Mi spiego meglio: IO penso che la CRESCITA SPIRITUALE sia un processo fatto di stadi, di gradini e forse non basta una sola vita alla sua realizzazione per il fatto che essa stessa sia un processo infinito. Tuttavia se la presa di coscienza che il CAMMINO SPIRITUALE sia la giusta strada da intraprendere e farne lo scopo della vita sia dare un senso alla vita stessa, con quanta onestà e voglia si è disposti a sperimentare e lasciare ogni zavorra che ci siamo portati appresso?
Ecco un’altra domanda sempre legata all’ ONESTA’ INTELLETTUALE: “Parliamo di crescita spirituale per farci belli con questa parola, che di fatto è bellissima, o siamo disposta a misurarci costantemente col coraggio di tradurre in essere la parola, il pensiero di CRESCITA SPIRITUALE?
Intendo il coraggio e la forza di conciliare le contingenze e le necessità quotidiane del vivere con un’idea così nobile e impegnativa che uno potrebbe voler prefiggersi…"

Grazie Mauro per l'ulteriore spunto che mi offri con la tua domanda.
La crescita spirituale è un processo che ognuno si trova ad affrontare, ognuno con i suoi tempi e modi.
Siamo anime, tutte in cammino.
La mente è un mezzo che ci serve per vivere in questa vita ma che spesso prende il sopravvento ed il controllo in quanto la personalità creatasi non percepisce la connessione con la scintilla divina.
Detto questo arriva un momento per tutti in cui l'anima alza la voce ed in qualche modo si fa sentire, spesso eventi della vita "tragici e sofferenti" sono portatori di quel caos che serve per ripristinare l'equilibrio ed evolvere.
Lasciare le zavorre è una prova che ognuno si ritroverà ad affrontare ma l'onestà con cui si percorrerà la via del lavoro su di sè sta alla coscienza individuale.
Quanto abbiamo voglia di sentire e vedere le meraviglie della creazione divina di cui facciamo parte?
Quanto desideriamo essere liberi e volare?
Ci vuole tutta una vita di pratica, se non più di una come hai scritto.
Un lavoro costante su noi stessi: pratica sulla presenza per vivere nel qui ed ora e pratica sul lavoro alchemico per trasformare il nostro piombo interiore in oro.
Ogni momento è buono per iniziare.
Ci saranno momenti di cedimento magari, momenti duri, momenti dolorosi in cui le ferite bruceranno, ma con fiducia e con amore verso noi stessi riusciremo a superare ogni prova.
Siamo qui per questo.
La mente e la voglia di capire lasciamola andare.
Facciamo spazio al cuore e alla gioia di creare la nostra esperienza.
Possiamo anche farlo in silenzio, senza riempirci la bocca declamando la crescita spirituale come motto, la questione è: stiamo mettendo in pratica? stiamo lavorando su noi stessi?
Solo noi lo sappiamo nel nostro cuore.
Sta sempre e solo a noi.

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